La Lega interviene, con un’interrogazione alla giunta regionale, sulla vicenda della proprietà dell’area “Ortazzo-Ortazzino”, nel Parco del Delta del Po (Ravenna).

Nell’atto ispettivo, a prima firma di Michele Facci e sottoscritto anche da Andrea Liverani, vengono posti quattro quesiti alla Regione. Il primo: “la giunta era a conoscenza della notifica fatta dalla società ‘Immobiliare Lido di Classe’, in liquidazione, all’Ente di gestione del Parco del Delta del Po, circa l’intenzione di alienare l’area di circa 500 ettari Ortazzo-Ortazzino?”. Il secondo: “corrisponde al vero che l’Ente di gestione del Parco del Delta del Po abbia chiesto alla Regione le risorse finanziarie necessarie per acquisire l’area in questione, così da esercitare il diritto di prelazione previsto,? E, nel caso, quali siano stati i motivi che hanno impedito alla Regione di ottemperare alla richiesta?”. La terza domanda è relativa al programma regionale di gestione delle aree naturali protette e dei siti della rete Natura 2000 previsto dall’art. 12 della L.R. 6/2005: “la Regione si è mai posta il problema della proprietà dell’area ‘Ortazzo-Ortazzino’, dato che è di attualità almeno dalla metà degli anni ’70?”. Infine, Facci vuole conoscere il giudizio della giunta regionale “sull’intera vicenda e, in particolare, se l’epilogo sia in linea con le finalità perseguite dalla Regione con la Legge 6/2005 sulla gestione delle aree naturali protette e dei siti della rete Natura 2000”.

La stampa locale nei giorni scorsi, ha riportato la notizia che “l’area di 500 ettari, con laghi e pineta, tra la foce del Bevano e Lido di Classe (area Ortazzo-Ortazzino), posta all’interno del territorio del Parco del Delta del Po e già di proprietà della società ‘Immobiliare Lido di Classe’ in liquidazione, sarebbe stata acquistata da una società immobiliare (“Cpi Real Estate Italy spa”) nello scorso mese di marzo”. Sempre citando i giornali, Facci scrive che “l’Ente di gestione del Parco non avrebbe esercitato il diritto di prelazione per l’acquisto dell’area, nonostante il formale atto di notifica ricevuto dalla società”.

L’8 agosto, l’Ente Parco “ha dichiarato di essersi subito attivato “per chiedere mutui alla Cassa Depositi e Prestiti dello Stato e anche a due banche, inclusa quella con funzione di tesoreria”, senza esito. Non solo, l’Ente Parco ha dichiarato di avere “bussato a tutte le porte, chiedendo finanziamenti anche agli Enti locali e presentando dossier che illustravano l’importanza del sito e le possibilità di conservazione e valorizzazione, senza, però, ottenere l’apertura di alcuna linea di credito”.

Sul portale della Regione Emilia-Romagna, si legge che “il sito interessato, Ortazzo-Ortazzino, Foce del Torrente Bevano, che si estende per circa 1.256 ettari, è uno di quelli con maggiore diversità ambientale in ambito litoraneo della regione, con 18 habitat (Natura 2000) di interesse comunitario, 5 dei quali prioritari: “in esso si mantiene intatta la naturale successione dal mare all’entroterra, senza insediamenti balneari, e appare abbastanza completa la serie psammofila relativa alle ‘dune bianche’ e alle retrostanti “‘dune grigie'”.