Si è conclusa ieri l’operazione regionale complessa in materia di controlli sulla filiera della pesca marittima denominata “OCEANO”, coordinata dalla Direzione Marittima dell’Emilia-Romagna ed eseguita da tutti i Comandi della Guardia Costiera, sia in mare che a terra.

Oltre 200 controlli eseguiti dai militari presso grossisti, pescherie, ristoranti e centri della grande distribuzione, nell’ambito dell’intera regione, da Goro a Cattolica, nel corso dei quali sono stati contestati 37 illeciti amministrativi, per un totale di€ 55.725 di sanzioni pecuniarie, con sequestro amministrativo di oltre 500 kg di prodotto ittico. Rilevati anche 2 illeciti penali, per tentativo di frode in commercio (il menù del ristorante prevedeva la somministrazione di prodotti freschi, mentre è stato riscontrato l’acquisto e la detenzione di prodotti congelati), cui è seguita la comunicazione di notizia di reato all’Autorità Giudiziaria.

L’obiettivo principale dei controlli è stata la verifica della tracciabilità dei prodotti ittici, che si riferisce alla possibilità di ripercorrere il segmento “terra” della filiera ottenendo tutti i dati documentali che consentono di dimostrare l’origine e la liceità del prodotto, a tutela del consumatore finale e della regolare concorrenza tra operatori commerciali.

La metà degli illeciti amministrativi ha riguardato in effetti la mancanza dei requisiti di tracciabilità, che prevede una sanzione pecuniaria da 750 a 4500 € a carico del trasgressore ed il sequestro del prodotto ittico di cui non risulta possibile dimostrare l’origine. In particolare, durante un controllo, i militari della Guardia Costiera hanno posto sotto sequestro oltre 170 kg di vongole, trasportate a bordo di un automezzo senza alcun documento di accompagnamento.

In un caso, invece, è stato rinvenuto presso un ristorante un esemplare di tonno alalunga pescato in periodo non consentito (da ottobre a novembre), e ne è conseguita la contestazione dell’illecito amministrativo per detenzione, commercio e trasporto di prodotto pescato in zone e tempi vietati dalle normative vigenti, con sanzione pecuniaria da 1000 a 6000 €, non solo a carico del ristoratore, ma anche della pescheria da cui il pesce era stato acquistato, e del grossista, con sede in Puglia, che aveva posto in commercio originariamente il prodotto. A quest’ultimo, poi, essendo risultato dai controlli che il tonno era stato catturato da un pescatore sportivo, è stata contestata anche la vendita di prodotto proveniente dalla pesca non professionale, in violazione della legge sulla pesca e l’acquacoltura n.4/2012.

I controlli in materia di pesca marittima, volti, nel loro complesso, a tutelare le risorse biologiche dell’ambiente marino, e nello stesso tempo i consumatori finali e gli operatori commerciali in regola, continueranno anche nei prossimi giorni.