Teatro di Tradizione Dante Alighieri continua la Stagione d’Opera e Danza 2021/22  con Pinocchio, una favola in musica. Sabato 26 e domenica 27 marzo, il  appuntamento di teatro musicale.

Un pezzo di legno che parla, corre, si mette nei guai…e, attraverso assurde e commoventi disavventure, diventa più consapevole di se stesso e degli altri; in altre parole, cresce. “Penso che Collodi non volesse porre fine alla vitalità del burattino, ma insistere sulla sua metamorfosi e sul suo processo di maturazione,” sottolinea Aldo Tarabella, che ha composto Pinocchio, storia di un burattino su libretto di Valerio Valoriani e ne è anche regista per la coproduzione con il Teatro del Giglio di Lucca e il Teatro Sociale di Rovigo che conclude la Stagione d’Opera 2021/22 del Teatro Alighieri di Ravenna. Sabato 26 marzo, alle 20.30, e domenica 27, alle 15.30, il burattino nato dalla fantasia di Carlo Collodi trascinerà gli spettatori in un mondo che unisce la magia del teatro tradizionale a quella delle illustrazioni per l’infanzia e dei cartoni animati, grazie anche a scene e costumi firmati da Enrico Musenich, erede della grande scuola di Emanuele Luzzati. Nei panni del protagonista di quest’opera per famiglie c’è il soprano Leonora Tess, mentre Jacopo Rivani è alla testa dell’Orchestra Corelli, Elisabetta Agostini dirige il Coro Voci Bianche Ludus Vocalis e Silvia Contenti cura la coreografia.

La Stagione si conclude con un invito a teatro per le famiglie, grazie al carnet dedicato: acquistando due biglietti adulti, i ragazzi al seguito sono omaggio. I biglietti last minute (10 Euro per tutti e 5 Euro per gli under 18) sono acquistabili presso la Biglietteria del Teatro solo nei giorni di spettacolo, a partire da un’ora prima, salvo disponibilità.

“Per rappresentare il processo di trasformazione – spiega Aldo Tarabella – ho individuato come luogo di nascita il circo: Pinocchio prende vita da una clownerie di cui sono protagonisti Geppetto e Mastro Ciliegia. Solo uscendo dal tendone il burattino diventa un diverso e nel bosco comincia il suo processo di trasformazione. Un passaggio molto importante è quello della balena, che credo rappresenti il ‘pancione’ materno, in una scena per la quale mi è venuta una musica infinitamente dolce – questo momento segna la presa di coscienza del burattino, che salva il padre e inizia a lavorare per sostenerlo”. Dopo tutto, la profondità narrativa del capolavoro di Collodi, pubblicato originariamente a puntate fra il 1881 e il 1882 e poi esteso a un volume che è da molto tempo un long seller mondiale, fu riconosciuta anche da Benedetto Croce, che ne scrisse “il legno in cui è tagliato Pinocchio è l’umanità”. Una straordinaria avventura, insomma, ma anche un romanzo di formazione e trasformazione.

Il linguaggio musicale scelto da Tarabella è quello della contaminazione e della citazione: a dettare il ritmo delle vertiginose disavventure sono un protagonista “tarantellato”, il caotico rhythm and blues di Lucignolo – quasi un James Brown del Paese dei Balocchi – che culmina nel “Valzer dei Somari”, un Grillo Parlante dalle tinte rap, fanfare musicali per i burattini di Mangiafoco, l’ammaliante e ingannevole blues del Gatto e della Volpe, mentre Geppetto è un baritono molto agile e la Fata un soprano leggero che canta su scale tendenzialmente pentatoniche e rimanda a un sapore orientale… Fondamentale poi il coro di voci bianche, ovvero i monelli, gli scolari e diverse parti di animali. Sono loro ad accompagnare il pubblico lungo tutta l’opera, a partire da quando il Grillo Parlante, una sorta di maestro elementare, domanda a tre piccoli scolari se Pinocchio può diventare un bambino per bene o se rimarrà sempre un burattino.

Se Enrico Musenich appartiene a una scuola eccellente (proprio lui aveva ricostruito le ingegnose scene di Luzzati per la Cenerentola rossiniana ospitata all’Alighieri per la Stagione 2016/17) Aldo Tarabella può vantare la scrittura musicale per un maestro quale Giorgio Strehler e la composizione di titoli dedicati in particolare alla commedia dell’arte, al circo e al teatro. Accanto a Leonora Tess, capace di trasformarsi in un Pinocchio che ha tutta l’irriverenza del fanciullo, il cast include il baritono Clemente Antonio Daliotti nei panni di Geppetto (e Melampo); un altro baritono, Piero Terranova, è Mastro Ciliegia, Mangiafuoco e il Domatore del Circo; Il tenore Andrea De Luca è tanto il buono quanto il cattivo consigliere di Pinocchio, dando corpo e voce sia al Grillo che a Lucignolo; Sara Rocchi, Consuelo Gilardoni e Yulia Tkachenko sono rispettivamente il Gatto, la Volpe e la Fata. Contribuisce all’equilibrio visivo il disegno luci di Marco Minghetti.

La Stagione 2021/22 del Teatro Alighieri è resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Regione Emilia Romagna e del Ministero della Cultura, con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.