Leggiamo sulla stampa (Corriere Romagna) dell’ennesimo stop dei cosiddetti “lavori di risanamento” della pialassa del Piombone.

Allibiti, apprendiamo che Arpae ha confermato l’incompatibilità dei fanghi già smaltiti dall’Autorità Portuale dentro al SIC-ZPS, Zona Parco del Delta del Po “Pialassa del Piomboni”, e che attorno alla “discarica” Piombone dovrebbe ruotare buona parte se non tutto il progetto di escavo del Candiano. Quello che abbiamo detto sin dal 2013 si sta puntualmente avverando? Non bastasse, infatti, l’Autorità Portuale, stando all’articolo, ha chiesto autorizzazione ad Arpae a sversare dentro al Piombone ulteriori fanghi di dragaggio del canale portuale, parcheggiati abusivamente da anni dentro le casse di colmata tuttora strapiene. Non sappiamo di quali casse si tratti: forse le Nadep, che dovrebbero essere riutilizzate, dopo lo svuotamento, per accogliere i nuovi fanghi? Incredibile che il presidente di Autorità Portuale Daniele Rossi abbia parlato poche settimane fa di opera al 90% dei lavori effettuati, quando invece ora vengono chiesti altri fanghi per proseguirli. Abbiamo inoltrato accesso atti in Regione ed altri chiarimenti verranno richiesti a tutti gli enti coinvolti.

E intanto, grazie agli sversamenti risanatori già messi in opera, la pialassa sta morendo. Fango ovunque e ricircolo delle acque bloccato nonostante i canali interni di progetto appaiano già del tutto dragati. Cosa succederà quando l’opera sarà terminata e l’acqua potrà entrare ed uscire dalla pialassa solo dalle quattro paratoie (due di carico e due di scarico), per una luce libera pari complessivamente a meno di 60 metri, contro i 2,7 km dell’argine in fase di realizzazione? Prima dell’argine di “risanamento”, l’acqua entrava e circolava ovunque nella Pialassa. Anziché regolamentare e controllare gli scarichi inquinanti del Candiano, con la scusa di “dividere le acque”, è nato l’argine e il “progetto di risanamento”. Ma l’acqua che (forse) circolerà sarà poi sempre la stessa.

A meno che non si trattasse di un’opera di “tombamento dolce”, restiamo del parere che il progetto sia errato e che vada immediatamente sospeso e radicalmente modificato, se non, addirittura, previo ripristino dei luoghi. Progetto redatto dalla Med Ingegneria il cui dirigente, Werther Bertoni, è stato condannato, insieme ad altri, per maxi frode fiscale nel 2014. Si tratta dell’ex responsabile per decenni del servizio geologico del Comune di Ravenna?

Chiediamo, infine, le immediate dimissioni del direttore lavori (parte tecnica ed amministrativa) dell’intero intervento, Claudio Miccoli, Dirigente Regionale. Giusto ieri la notizia del suo rinvio a giudizio per peculato e falso, in quanto avrebbe scroccato automezzi della Regione a fini personali. Coinvolto in mille progetti del Partitone e passato indenne attraverso tanti processi (fanghi a Porto Fuori, appalti, ecc.), magari anche stavolta ce la farà a continuare a porgere la sua opera meritoria per condurre a termine il salvataggio del Piombone. Siamo davvero stanchi.