05/03/2018 – Matteo Renzi si è dimesso da segretario nazionale del Partito Democratico dopo la sconfitta alle elezioni del 4 marzo e il tracollo del centrosinistra. La notizia era stata anticipata dall’Ansa nella mattinata, ma era stata smentita dal portavoce dell’ex primo ministro. Dopodiché, durante una conferenza stampa convocata per le 17, ma andata in scena alle 18.30, è stato lo stesso Renzi a confermare le dimissioni. La decisione di lasciare la guida del Partito Democratico da parte del segretario potrebbe avere diverse ripercussioni anche a livello territoriale, in special modo a Faenza dove è forte l’ala renziana che attualmente guida il partito. Tutto dipenderà da quello che avverrà dopo le dimissioni e da chi verrà scelto o eletto come nuova guida del Partito Democratico. Soprattutto molto dipenderà da quello che deciderà di fare Renzi, eletto in Parlamento insieme a molti suoi uomini di fiducia. Il neo senatore ha escluso un appoggio ad un Governo targato Lega Nord o Movimento 5 Stelle. Nell’arco della giornata post elezioni si sono susseguite, però, voci su una possibile volontà di fondare un nuovo partito. L’abbandono della leadership da parte di Renzi, inoltre, è il primo passo verso la nuova strategia politica del Partito Democratico. L’ultimo periodo sotto la guida di Renzi aveva generato diverso malumore all’interno del partito, culminato con la scissione degli esponenti di sinistra e la fondazione di Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista. Nonostante la scissione, tuttavia, il malcontento non era stato cancellato, in special modo in queste ultime settimane di campagna elettorale, condotte in maniera non condivisa da molti esponenti del Pd. Le dimissioni di Renzi ora aprono uno scenario del tutto nuovo, anche in vista di possibili alleanze in Parlamento. Tuttavia saranno valide solo dopo l’elezione dei presidenti della Camera e del Senato. Nella conferenza stampa di oggi pomeriggio Renzi è in ogni modo sembrato battagliero e deciso a non cedere la guida del centrosinistra.