“Lavoro, salari, servizi! No guerra! No spese militari! Non vogliamo fare sacrifici per la vostra sporca guerra. 

Le guerre dei padroni capitalisti imperialisti le pagano i popoli e i proletari. Siamo noi operai che per primi dobbiamo opporci a questa guerra tra le potenze imperialiste, scatenata dall’aggressione russa in Ucraina e provocata dall’imperialismo USA/UE che ha usato il governo reazionario ucraino come pedina per i suoi piani di egemonia.
L’opposizione alla guerra è principalmente lotta contro il nostro governo che è parte attiva in questo conflitto dalle conseguenze imprevedibili.
Il governo Draghi ha deciso
• l’invio di armi al governo ucraino, pedina dell’imperialismo, e al suo esercito che, tra le sue fila, arruola truppe dichiaratamente naziste;
• l’invio di soldati a rafforzare le truppe NATO dislocate nei paesi dell’EST
• l’aumento della spesa militare da 68 milioni al giorno (25 miliardi all’anno) a 104 milioni al giorno (38 miliardi all’anno) approvata alla Camera: quando devono trovare i soldi, li trovano, eccome! Per i lavoratori niente, nessun provvedimento per impedire il carobollette, carobenzina, ma per la loro guerra infame i soldi li trovano subito, e tanti!
• lo stato d’emergenza che verrà usato per aumentare i colpi della repressione contro chi si oppone alle scelte di guerra: a Taranto, in questi giorni, si vogliono colpire con misure repressive chi ha protestato al passaggio di una nave di guerra, per noi una giusta manifestazione a cui dobbiamo fare sentire la nostra solidarietà
• la strumentalizzazione razzista dei profughi: tutti devono ricevere assistenza e accoglienza, ma  per il governo sono buoni solo quelli bianchi con le loro famiglie che accoglie negli alberghi, mentre non hanno lo stesso trattamento i migranti africani e asiatici, vittime dei respingimenti in Libia – finanziati dall’Italia – con i morti in mare e le torture e i trattamenti disumani nei lager e nei confini sloveni, e che, quando riescono ad arrivare, li incarcera nei CIE e negli altri luoghi di confinamento.

Il governo chiede che i lavoratori facciano dei sacrifici per quest’orrore. E’ chiaro che né il governo, né i partiti parlamentari ci rappresentano. Nelle televisioni è una continua propaganda, spesso fake news tutte volte a portare consenso al governo della guerra.
Dobbiamo fare sentire la nostra voce di opposizione. Ci sono state le lotte e lo sciopero dei portuali di Genova e, soprattutto, l’importante manifestazione del 26 marzo a Firenze con 25 mila persone in piazza, la prima manifestazione nazionale organizzata dagli operai (dal collettivo di fabbica GKN), la prima manifestazione che ha dato visibilità all’opposizione alla guerra e al governo guerrafondaio.
Da qui vogliamo continuare, nelle fabbriche, nei quartieri, con la raccolta firme su una mozione, con manifestazioni, con il boicottaggio e il blocco delle basi militari e delle fabbriche di morte, dei porti dove transitano armi, per fare crescere l’opposizione alla guerra, fare schierare su questo le organizzazioni dei lavoratori, il movimento degli studenti, fino all’obiettivo dello sciopero generale.

Sabato 9 aprile abbiamo organizzato un PRESIDIO a RAVENNA alle ore 15 alla Darsena e alle ore 17 al quartiere Gulli (incrocio via Gulli con via Aquileia).
Vieni a firmare la mozione! Fai la tua parte contro questa guerra infame!”

Slai Cobas, per il sindacato di classe-Ravenna

Ecco il testo della mozione da firmare:

“No alla guerra/No all’aumento delle spese militari

No all’aumento del prezzo della benzina, del carobollette, del carovita

Noi lavoratori

Condanniamo con forza l’invasione imperialista di stampo neozarista della Russia di Putin che accende un focolaio di guerra in Europa che può dilagare in tutto il mondo.

Condanniamo fermamente la campagna e l’azione dei governi Usa/Nato, Italia compresa, di stampo guerrafondaio volta a portare le truppe occidentali ai confini russi usando l’Ucraina come cavallo di Troia e pedina di guerra

Siamo contro questa guerra tra banditi per il profitto dei padroni della energia e dell’industria bellica e per il controllo mondiale delle materie prime e delle vie geostrategiche.

Siamo solidali con le masse ucraine sotto le bombe e in fuga

Siamo contrari all’invio di missili, aerei, armi e dei soldati italiani nel territorio di guerra

Siamo contro ogni scaricamento dei costi e gli effetti di questa guerra sui i lavoratori e le masse popolari italiane già colpite da crisi e pandemia.

Chiamiamo tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici, tutte le organizzazioni sindacali a prendere posizione e a scendere in campo con assemblee, manifestazioni, fino allo sciopero generale.”