“La richiesta di questi giorni del Sindaco di Cesena e Presidente della Provincia Enzo Lattuca, di elevare la città di Cesena a capoluogo di provincia ed ottenere così pari dignità con la città di Forlì è più che legittima e condivisibile tanto è vero che la stessa amministrazione della città mercuriale non ha posto veti anzi l’ha accettata molto tranquillamente per bocca dello stesso Sindaco Zattini. È certamente un fatto positivo che denota se non altro la volontà sempre più forte di superare divisioni o contrapposizioni di carattere puramente campanilistico.

Ma noi di Italia Viva, Romagnoli che hanno a cuore il bene della nostra terra, ma anche convinti riformisti, pensiamo però che questo nuovo tormentone estivo denoti una certa mancanza di coraggio politico e di lungimiranza da parte di molti nostri amministratori. Occorrerebbe affrontare una riorganizzazione istituzionale del territorio romagnolo nel suo insieme, partendo dal progetto – inspiegabilmente abbandonato – di unire le tre province esistenti per formare un’unica Provincia di Romagna. La forza che il nostro territorio e tutti i suoi Comuni, capoluogo o meno, avrebbero dalla nascita di unico ente di coordinamento su scala romagnola, è molto più grande del riconoscimento dello status di capoluogo.

Questo sarebbe un modo intelligente per riorganizzare il governo della Romagna senza la assurda pretesa di uscire dalla Regione, ma con la giusta volontà di unire le forze per ottenere più peso e ascolto nei rapporti nazionali e internazionali, nella capacità di attrarre investimenti, di dare risposte più forti ai cittadini, di programmare uno sviluppo coordinato e armonico. Una terra che conta su circa un milione e 200mila abitanti, quasi 100mila partite iva e una serie di ricchezze solo in parte valorizzate, ha tutto da guadagnare e niente da perdere nel lavorare unita e insieme.

Oggi la sfida non può essere tra Forlì e Cesena o Ravenna o Rimini, ma dobbiamo essere consapevoli che tutti i territori, dal più piccolo dei Comuni fino ai capoluoghi, possono avere un futuro se riescono a fare squadra.

Abbiamo avuto prova della bontà di queste proposte anche dall’ultimo tragico evento alluvionale che ci ha mostrato come non abbia alcun senso nel 2023 che a gestire le varie aste fluviali che attraversano il territorio debbano concorrere tre o quattro enti o istituzioni ciascuno per la loro piccola parte”.