Sono iniziati i lavori intorno alla Villa della Ghilana. L’area è al centro di una nuova urbanizzazione. Il progetto è già stato ampiamente criticato negli anni scorsi dalle realtà ambientaliste di Faenza. Le proteste non hanno tuttavia fermato il progetto, a firma Coabi, che ora dalla carta inizia a trasferirsi nella realtà adiacente a via Firenze.

Per la realizzazione del nuovo complesso sono già stati abbattuti tre alberi, fra i quali gli ambientalisti segnalano due pini di oltre 50 anni. A breve  saranno demolite le case diroccate dietro alla villa.

Proprio tra queste mura, secondo le testimonianze di due volontarie raccolte da Faenza Eco-logica, c’è una colonia di ricci ancora in letargo con centinaia di esemplari. Le due volontarie collaborano con il Centro recupero ricci la Ninna e con la LIPU.

“Cinzia Savioli  abita a due passi dagli edifici da abbattere” spiega Faenza Eco-logica

“Io e la mia vicina da anni monitoriamo la popolazione di ricci, intorno alla Villa Ghilana che è stata finora un’oasi felice. Qui c’è tanto verde e pace, la strada è lontana, per andare al fiume i ricci passano dai campi e non vengono schiacciati.” 

“Vicino agli edifici da abbattere c’è la casa abbandonata della Fondazione Bertoni, che ha concesso alle due volontarie di posizionare rifugi, mangiatoie e abbeveratoi per ricci”. Gli animali si spostano dalle tane al fiume, lontano dalla strada, in una sorta di oasi sicura. 

“D’inverno i piccoli ricci, troppo magri per andare in letargo, hanno bisogno di cibo, altrimenti muoiono, così le volontarie posizionano cibo, d’estate durante la siccità hanno bisogno di acqua e rifugi”. Il tutto sotto il coordinamento di veterinari ed esperti. 

Già mesi fa una delle volontarie ha provato a fermare una ruspa, mettendosi davanti: “E lo rifarò ancora” annuncia Cinzia Savioli, che nella mattinata ha affisso alcuni striscioni per protestare contro l’urbanizzazione. “I ricci sono specie protette, a rischio di estinzione. Aiutateci a salvarli”.

“Anche il veterinario Massimo Vacchetta, famoso per aver creato il più importante Centro Recupero Ricci “La Ninna” , a Novello (CN)  si è attivato e presto verrà a Faenza per cercare di salvare i ricci della Ghilana” continua Faenza Eco-logica. 

“A Milano, a Sanremo, e in altre città, una volta appurato che una demolizione può uccidere colonie di ricci, il Comune stesso impone alle ditte di fermarsi, posticipare i lavori (aspettare la fine del letargo) e smontare la casa senza demolizione impattante. Ci sono protocolli “salva ricci” insomma, anche nei lavori di demolizione. Se non si possono evitare questi abbattimenti e queste nuove costruzioni, chiediamo quantomeno di sospendere i lavori e lasciarci il tempo di salvare i ricci. Cento ricci sono tantissimi, considerando che la specie si sta estinguendo”

“Il problema è serio, i ricci si stanno estinguendo anche perché non hanno più spazi dove andare, il loro habitat è sempre più ristretto dall’espansione delle monocolture, dalla cementificazione selvaggia, e dal traffico stradale che ne fa strage.Qui nella villa Ghilana i ricci avevano trovato un habitat ideale e la colonia era cresciuta. “

“Il Comune di Faenza e la Coabi vogliono essere ricordati come quelli che hanno seppellito vivi sotto tonnellate di macerie centinaia di poveri ricci, specie in via di estinzione?” chiede provocatoriamente la realtà ambientalista. “O vogliono provare a salvarli? Oltre a salvare i ricci, chiediamo di non toccare più nessun albero, durante il cantiere”.

Il progetto prevede inoltre la cementificazione dell’orto della Ghilana per la costruzione di 12 villette. 

“Non dimentichiamo quindi, che dopo il massacro dei ricci, se il Comune accetterà la proposta Co.abi, a breve si procederà a cementificare uno degli ultimi luoghi naturali e storici della città”

Faenza Eco-logica quindi ha deciso di far partire un mailbombing per veder ascoltate le proprie richieste

“Invitiamo tutte e tutti a scrivere al sindaco@comune.faenza.ra.it, coabi@coabi.it

Per chiedere quanto meno 

-di posticipare i lavori più invasivi, e aspettare la fine del letargo

-adottare tutti gli accorgimenti e i protocolli per evitare che durante la demolizione i ricci rimangano sepolti vivi, 

-non abbattere più nessun altro albero,

-non procedere alla costruzione delle villette nell’orto della Ghilana”