In rappresentanza di Lista per Ravenna anch’io, come altri politici, ho preso parte alla dura protesta degli infermieri davanti alla sede dell’Azienda sanitaria locale. La mia presenza non ha voluto significare la semplice solidarietà a queste categorie sanitarie, ma ha inteso anche esprimere sconcerto ma anche vivo disappunto nei confronti della direzione aziendale per il perdurante atteggiamento di insensibilità. Premetto, di ritenere  sommessamente di essere persona moderata nel tentativo di manifestare sempre correttezza nei rapporti. E proprio in questo senso ricordo quando il direttore generale dell’azienda Usl ha motivato la forte difficoltà nel reperimento dei medici specie quelli del pronto soccorso, indicando, tra l’altro,  i numerosi concorsi andati deserti, io non ho esitato a condividere le motivazioni preoccupate del manager. Anche alla luce di una verifica che avevo compiuto a livello nazionale nelle singole regioni e Usl. 

Ciò premesso, sul tema oggetto della protesta occorre senza dubbio un cambio di marcia, se non si vuole distruggere la categoria infermieristica colpita da stress prolungato, sofferenza psicofisica, aggravio di turni di lavoro, accumulo di ferie e di giornate di riposo: il tutto a discapito dei professionisti della salute e non ultimi dei pazienti bisognosi di cure e prestazioni sanitarie. La situazione appare insostenibile e s’intravede la palese ‘sindrome di Burnout’ per tanti infermieri: una situazione che tutti auspicavamo superata con un concetto di lavoro in ambiente sereno e motivato in cui potesse emergere  un sentimento di orgoglio verso l’azienda da cui dipendono i professionisti. Oltretutto l’incresciosa  situazione, come accennato, danneggia fortemente gli infermieri, compromette seriamente il rapporto con i pazienti e, non ultimo, produce una lenta involuzione del nostro ospedale che è sempre stato considerato un’eccellenza. Una situazione, insomma, destinata a produrre negatività,  costi per malattia, assenze prolungate, decisioni volontarie di rescindere il proprio rapporto di lavoro nel servizio pubblico. Il direttore generale vantando un curriculum di tutto rispetto, confidiamo possa aderire alle giuste rivendicazioni di questa martoriata categoria di professionisti, perché i danni potrebbero essere incalcolabili!”

Gianfranco Spadoni

Lista per Ravenna