Giusto in tempo per l’apertura al pubblico della mostra “il Moro di Venezia / America’s Cup 1992”, a Palazzo Rasponi fino al 26 settembre, il Rotary Club Ravenna ha concluso il service per l’applicazione di una didascalia narrante il Moro lll esposto in darsena.

Grazie alla disponibilità dell’Autorità Portuale, proprietari della barca, che nell’occasione è stata anche ripulita e rimessata, e dell’Assessorato al Turismo del Comune di Ravenna, il Rotary Club Ravenna nell’annata della Presidente Maria Letizia Marini ha progettato questo up-grade della presenza in darsena del Moro, che è venuto a realizzazione ora, Presidente Giuseppe Labbozzetta, il quale ricorda anche che Raul Gardini fu Socio del Club, nel quale entrò nel Club il 7 giugno del 1966, giorno del suo 33° compleanno, e al quale tenne la sua Relazione Professionale il 23 febbraio 1969 sul tema “il Programma in Agricoltura della CEE”.

La didascalia applicata riporta anche un QRcode che rimanda alla pagina dedicata al Moro su VisitRavenna cui si aggiungerà a brevissimo un altro link al Gardini Navigatore sul sito della Fondazione Raul Gardini.

Questo il testo, curato da Antonio Vettese:

Questa è la terza delle cinque barche battezzate Moro di Venezia, con cui il team voluto da Raul Gardini è stato protagonista nel 1992 in Coppa America vincendo la Louis Vuitton Cup, regata di selezione sfidanti. E’ stato il primo team italiano a conquistare il diritto a incontrare il Defender in Coppa America.

Nel 1988 l’imprenditore e velista ravennate, con il sostegno economico e tecnologico di Montedison, ha lanciato attraverso la Compagnia della Vela di Venezia una sfida al San Diego Yacht Club, detentore dell’America’s Cup. Dopo quattro anni di preparazione le regate sono state disputate nel 1992 nelle acque di San Diego (California).

Il Moro, condotto dallo skipper statunitense Paul Pierre Cayard, terminò la prima fase della selezione sfidanti dei Round Robin al 3°posto. Nella semifinale successiva Il Moro di Venezia batté “Nippon” e la francese “Ville de Paris”. La combattuta finale fu dunque contro “New Zealand”.

La finale partì male per gli italiani che in breve si ritrovano a un solo punto dalla sconfitta. Ma dopo aver vinto una famosa protesta per come i neozelandesi utilizzavano il bompresso con quattro regate al cardiopalmo, quasi tutte conquistate con meno di un minuto di distacco, Il Moro riuscì a ribaltare il punteggio. Per la prima volta, in 141 anni di storia del trofeo, l’imbarcazione di un paese non anglofono poteva ambire alla Coppa America.

Le regate della Coppa America iniziarono il 9 maggio del 1992. Il team “America³ “ di Bill Koch partiva con un piccolo vantaggio nel pronostico. Vinse la prima regata con trenta secondi di vantaggio. Il secondo confronto fu a favore degli italiani, che batterono gli statunitensi per una manciata di secondi, con una manovra da antologia, a pochi metri dal traguardo. Quella fu la prima vittoria di un’imbarcazione italiana in una finale di Coppa America. Dopo altre quattro regate molto tese, Il Moro cedette il passo agli americani, che difesero con successo il trofeo che rimase al San Diego Yacht Club.

La spedizione italiana tornò a casa nel tripudio generale, cosparsa della gloria di chi ha compiuto una impresa epica.