I Reparti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna hanno eseguito nei giorni scorsi un piano di controlli per verificare la regolarità dell’impiego dei lavoratori da parte di aziende che offrono servizi al pubblico. Le ispezioni hanno riguardato una serie di locali del litorale molto frequentati dalla “movida” ravennate, nonché altre attività commerciali oggetto di segnalazioni pervenute al numero di pubblica utilità “117” o tramite esposti presentati direttamente presso le caserme di Ravenna e Cervia.In particolare, nel primo intervento i militari della 1ª Compagnia Ravenna hanno proceduto ad accedere nei locali dove una ditta organizzava il lavoro di decine di ragazzi utilizzati per la vendita “porta a porta” di articoli per la casa, tra cui stuoie, cuscini, depuratori d’aria, macchine e cialde per caffè.I dipendenti, per la maggior parte ragazzi appena maggiorenni di nazionalità italiana, venivano reclutati attraverso inserzioni su vari siti internet in cui si prospettava loro una rapida crescita professionale e una possibile carriera da manager aziendale. In realtà lo scenario lavorativo cambiava drasticamente già al primo colloquio atteso che i candidati si vedevano proporre un’attività di vendita a domicilio di prodotti di vario genere con l’illusione comunque di facili e crescenti guadagni all’aumentare della clientela procacciata.
I ragazzi venivano quindi indotti a sottoscrivere una scrittura privata in cui venivano nominati “incaricati alle vendite” in veste di lavoratori occasionali, mentre di fatto svolgevano mansioni proprie di un lavoratore dipendente, non avendo alcuna autonomia gestionale della propria attività atteso che dovevano partecipare quotidianamente a un meeting illustrativo obbligatorio, nel quale venivano impartite specifiche direttive non solo in ordine alle tecniche di vendita da adottare, ma anche alla pianificazione delle visite domiciliari da svolgere. Peraltro la gran parte della clientela veniva principalmente individuata tra parenti e amici dei neo assunti che, una volta esaurita la platea dei loro conoscenti, venivano in qualche modo allontanati e sostituiti con nuova forza lavoro secondo un piano preordinato di network marketing.Un giro vorticoso di ragazzi illusi e sfruttati per brevi periodi attraverso lo schermo giuridico di un rapporto fittizio di collaborazione occasionale, attestato da mere lettere di incarico prive di data certa e neanche comunicate all’Agenzia delle Entrate, eludendo così gli obblighi di legge in materia fiscale, previdenziale ed assistenziale.

Preso atto del sistema adottato, i finanzieri, tramite numerose interviste ai dipendenti e l’esame della copiosa documentazione extracontabile rinvenuta presso la sede aziendale, sono quindi riusciti a ricostruire un elenco di ben 94 ragazzi impiegati dal 1° gennaio 2020, riqualificando il rapporto di lavoro in lavoro dipendente e contestando al titolare della ditta una “maxi sanzione” che, in questo caso, essendo calcolata sulla base del numero complessivo di dipendenti impiegati irregolarmente, è arrivata alla cifra di oltre 450.000 euro, pagabile in forma ridotta in caso di adesione al verbale. Nei giorni successivi sempre i militari della 1ª Compagnia della Guardia di Finanza di Ravenna hanno individuato in un locale di Marina di Ravenna, peraltro già sanzionato per violazioni alle norme anticontagio, e in un altro di Porto Corsini complessivamente altri 7 lavoratori irregolari su 21 presenti, che venivano pagati in parte in contanti “fuori busta”, come ammesso dagli stessi interessati. I militari della Compagnia di Faenza hanno invece individuato, sempre in un noto locale di Marina di Ravenna, anche questo già sanzionato recentemente per il mancato rispetto delle norme di contenimento della diffusione del virus COVID-19, 3 lavoratori in nero su 9 presenti.
Pertanto, vista la percentuale di lavoratori irregolari sul totale, per questa struttura oltre alla maxi sanzione è scattata anche la richiesta di sospensione dell’attività. Inoltre, i militari della Tenenza di Cervia e della Tenenza di Lugo hanno riscontrato la presenza, in tre diversi ristoranti di Cervia, di 3 lavoratori completamente in nero e di 1 irregolare. Infine la 2° Compagnia di Ravenna ha impiegato 4 pattuglie nel controllo dei lavoratori presenti nelle adiacenze delle banchine portuali, senza rilevare tuttavia irregolarità. Complessivamente sono stati 9 i controlli effettuati di cui ben 6 irregolari con l’individuazione di 102 lavoratori irregolari e 6 lavoratori completamente in nero. Tre le proposte di sospensione delle attività verbalizzate. Queste attività ispettive testimoniano il costante presidio assicurato dalle Fiamme Gialle ravennati a contrasto dell’evasione fiscale e contributiva e dello sfruttamento dei lavoratori, considerato che il lavoro nero o anche solo irregolare altera la sana concorrenza tra imprese, costituendo un illecito abbattimento dei costi gestionali.