Oggi si celebra la giornata contro il bullismo e il cyberbullismo. Una delle forme di bullismo cui le ragazze è i ragazzi sono quotidianamente esposti è il bullismo omofobico. Quando si subiscono azioni offensive a carattere omofobico spesso non ci si riesce a difendere, per paura che la situazione possa peggiorare o perché si viene isolati e attaccati da un gruppo. Le aggressioni, che possono essere sia fisiche che verbali sono dirette ad attaccare l’orientamento sessuale reale o presunto della persona, oppure del ruolo di genere, non conforme a delle aspettative socio-culturali che giudicano come “corretta” orientarsi verso un’ “etero-normatività”. In altri casi  la ragazze e i ragazzi vengono attaccati perché hanno un parente oppure uno o entrambi i genitori sono dichiaratamente gay, lesbiche o transessuali.

Chi è stato vittima di bullismo assume diversi comportamenti “tipici” quali un atteggiamento difensivo e di sfiducia verso l’altro, volto a proteggere le proprie emozioni e la propria sensibilità che difficilmente verrà mostrata nuovamente all’esterno. Si sceglierà la via del silenzio e del conformismo per “regolarsi alla norma” per non essere giudicati, talvolta non sapendo che questo “compromesso” con se stessi non farà altro che alimentare un dolore.

Arcigay offre uno sportello anti discriminazione per mettersi a disposizione di chiunque si trovi in una situazione di questo tipo; insieme a tante altre associazioni, in tutta Italia si fanno attività di formazione ed informazione nelle scuole proprio per evitare casi di bullismo in generale ed in particolare casi di bullismo omotransfobico. Ci sono purtroppo forze tradizionaliste e bigotte che impediscono ad Arcigay, e agli altri soggetti, il contrasto al bullismo nelle scuole con l’idea della paranoia gender e questo porta ad un ritorno di forme di bullismo che rialzano la testa. Arcigay è a disposizione delle studentesse e degli studenti degli istituti ravennati per un incontro pubblico per approfondire questa delicata ed importantissima tematica, per parlarne ed allontanare casi di questa portata dalla nostra quotidianità.