Il Fondo regionale di solidarietà creato dall’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna a sostegno delle fondazioni in difficoltà compie tre anni e va verso il rinnovo per un altro triennio, con l’avvio dell’iter di approvazione da parte delle 19 Fondazioni associate in Regione e già concluso da parte di Acri. Attraverso il Fondo, l’Associazione ha avviato dal 2018 al 2020 interventi comuni a favore dei territori della regione.

Dal 2018, anno di attivazione del Fondo regionale, le Fondazioni dell’Emilia-Romagna hanno messo complessivamente a disposizione un milione 324 mila euro (388 mila nel 2018, 481 mila nel 2019, 455 mila nel 2020) gran parte dei quali – un milione 278 mila – già deliberati a favore di attività e progetti di welfare nei territori di competenza delle Fondazioni di Cesena, Rimini, Lugo, Ferrara e Faenza, con una popolazione complessiva di oltre un milione di abitanti.

Il contributo più consistente – oltre 437 mila in tre anni per 30 progetti – è destinato al territorio di Ferrara. Ai territori di Cesena e di Rimini vengono destinati, rispettivamente, 294 mila euro per 27 progetti e 360 mila euro per 27 progetti. Al territorio di Lugo 140 mila euro per 42 progetti. A quello di Faenza 46 mila per 11 progetti.

Il Fondo è alimentato da versamenti volontari delle 19 Fondazioni dell’Emilia-Romagna e dal “Fondo Nazionale Iniziative Comuni” di Acri – che riunisce le Fondazioni di origine bancaria di tutta Italia – da risorse reperite nel bilancio dell’Associazione regionale, nonché da contributi straordinari di altri soggetti pubblici e privati. Si tratta di un’operazione che combina solidarietà a livello regionale e nazionale.

Le Fondazioni della Associazione regionale che possono accedere al Fondo vengono individuate in base a parametri quali l’avanzo di gestione negativo o molto basso, debiti rilevanti, patrimonio netto in progressiva riduzione o fondi per le attività di istituto in calo.

A questi elementi di valutazione se ne aggiungono altri, in senso positivo come l’oculata gestione delle risorse disponibili, i costi del personale dipendente coerenti con la situazione di difficoltà; economicità dei contratti di consulenza e attivazione di economie di scala tra Fondazioni e strategie di ottimizzazione dei proventi di natura sia immobiliare che finanziaria. 

Al territorio della Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio di Faenza sono destinati 45 mila 733 euro per 11 progetti. Tra gli interventi più significativi vanno segnalati:

  • Il progetto di efficientamento energetico del Centro di accoglienza diurno “La Tenda”, presso la parrocchia di San Domenico, dove le persone sole, indigenti e/o senza fissa dimora possono trovare un punto di riferimento e socializzare. Progetto avviato dalla Fondazione Pro Solidarietate
  • Il progetto “Casa di Sam”, un luogo dove studenti delle superiori, soprattutto quelli più in difficoltà a causa della didattica a distanza, possono studiare e svolgere i compiti sostenuti da educatori e professori volontari. Progetto avviato dalla Sacra Famiglia di Faenza
  • Il progetto “Insieme per il fund raising” che prevede la messa in rete di associazioni per una raccolta fondi a sostegno di servizi di welfare per famiglie in difficoltà con figli disabili. Progetto avviato dal Gruppo Disabilità Faenza.

Al territorio della Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo sono destinati 140 mila 380 euro per 42 progetti. Tra gli interventi più significativi vanno segnalati:

  • Un bando per distribuire fondi alle società sportive in grado di realizzare progetti di promozione dello sport per persone disabili. Sono state coinvolte sei società sportive nella realizzazione di altrettanti progetti
  • Il progetto “Bici e Amici”, a supporto di ex alunni con disabilità, che ha visto evolvere un laboratorio sperimentale di manutenzione bici verso una realtà lavorativa sotto forma di impresa sociale. Progetto avviato dal Polo Tecnico Professionale di Lugo
  • Il progetto “La scuola nel giardino”, nato con il duplice obiettivo di salvare scuola materna e nido di Villa Savoia destinata a chiusura e proporre un modello pedagogico allineato agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Progetto avviato dalla Cooperativa San Vitale.