Faenza Coraggiosa lancia l’allarme: in aumento le richieste d’aiuto da parte dei giovani e delle famiglie per i disagi psicologici che la pandemia sta generando in ragazzi e bambini:

“È oramai doveroso portare all’attenzione pubblica il problema del disagio psicologico e della salute mentale degli adolescenti, dato che in questo periodo manca la socializzazione, l’isolamento fisico regna e gli unici modi di interazione con il mondo sociale sono tramite dispositivi digitali.

È una situazione davvero difficile perché il diritto alla salute e di conseguenza il contenimento del contagio sono fondamentali, tuttavia è altrettanto fondamentale interrogarsi su quale sia lo stato mentale delle persone in età dell’infanzia e dell’adolescenza e a sua volta lo stato dei servizi di assistenza psicologica e psichiatrica sia pubblici che privati. Sul fronte privato, psicologi e psicoterapeuti specializzati nell’età evolutiva hanno allertato l’Amministrazione della crescente domanda d’aiuto da parte delle famiglie e della loro saturazione. Non è più possibile rispondere adeguatamente alla richiesta di chi ha bisogno. Inoltre come specificato dall’osservatorio del Consultorio anche il servizio pubblico si trova a fronteggiare una situazione di aumento dei sintomi ansiosi e depressivi, viene dunque spontaneo chiedersi se anche il servizio pubblico sia in grado di rispondere effettivamente all’aumento delle richieste.

La pandemia, come in tutti i settori, è stata uno shock che ha messo in evidenza le carenze strutturali dei servizi. Le scuole hanno meritoriamente aperto degli sportelli di ascolto psicologico, sicuramente utili ma non sufficienti rispetto alla domanda da parte oltre che di studenti, di personale scolastico e genitori. Il governo a sua volta ha stanziato briciole senza utilizzare soldi aggiuntivi per fronteggiare questa situazione in un protocollo d’intesa con l’Ordine degli Psicologi”.

La proposta di Faenza Coraggiosa: 

“Come Faenza Coraggiosa ci stiamo attivando con tutte le istituzioni deputate all’erogazione di questi servizi per monitorare l’attività e discutere sulla necessità di investimenti e riorganizzazioni. Inoltre crediamo che questo momento debba essere proficuo per ripensare le politiche pubbliche per i giovani, sia da un punto di vista di aiuto psicologico che di aggregazione. Riteniamo sia prioritaria una visione organica rispetto al futuro, che possa unire aiuto nelle difficoltà e opportunità di socializzare in spazi multiservizi. Per questo bisogna pensare in grande e lontano. È dunque importante iniziare a ragionare su degli spazi di aggregazione comunali che possano favorire insieme a tutte le realtà associative di Faenza, quando sarà possibile, il divertimento, lo sviluppo della personalità, la gioia di stare insieme facendo attività stimolanti. La situazione tragica che viviamo deve essere un’occasione per trovare la capacità di costruire progetti innovativi e duraturi, è quindi di vitale importanza immaginare il futuro con gli occhi della passione per la nostra comunità”.