Approvare al più presto il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) di Monte Tondo (Ravenna) con tutti i volumi già ricompresi nel Piano infraregionale delle attività estrattive (Piae) vigente. Lo chiede con un’interrogazione Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) che sollecita anche l’approvazione dei volumi del Paur di Sassofeltrio (Rimini) e l’avvio dell’iter con approvazione del nuovo Piae per mantenere in vita lo stabilimento di Casola Valsenio.

“La cava di Monte Tondo -ha spiegato la consigliera- rappresenta il principale polo regionale per l’estrazione di gesso e alimenta lo stabilimento dell’azienda Saint-Gobain a Casola Valsenio, la quale stima, agli attuali ritmi produttivi e mantenendosi all’interno dei limiti del Piae vigente, una vita dell’azienda fino a circa metà del 2027, orizzonte temporale che non permette di pianificare e quindi investire nel futuro. Per la Cava di Monte Tondo l’autorizzazione estrattiva in essere è in scadenza ad ottobre 2024 ma i volumi autorizzati si esauriranno nell’estate del 2024. Saint-Gobain ha proposto un ampliamento del Piae per estrarre ulteriori 2.400.000 metri cubi. La Cava di Monte Tondo, in particolare, rientra anche nei sette siti che costituiscono il “Carsismo nelle evaporiti e grotte dell’Appennino settentrionale”, oggetto di candidatura Unesco”.

“La vicenda della Cava di Monte Tondo -ha proseguito Evangelisti- si intreccia con la cava Cà Budrio di Sassofeltrio (Rimini) in quanto quest’ultima potrebbe rappresentare una fonte integrativa per l’attività di Casola Valsenio. La Regione, su Sassofeltrio, si era impegnata ad accompagnare l’approvazione dei volumi già compresi nella pianificazione vigente (purtroppo l’esito è stato negativo, con tempi estremamente dilatati) e successivamente gestire il nuovo Piae. I volumi di gesso estraibili con il nuovo Piae sarebbero 2 milioni di metri cubi e consentirebbero di integrare le forniture per lo stabilimento di Casola Valsenio permettendo una prospettiva di vita sufficiente a riprendere gli investimenti e restituendo allo stabilimento un futuro, dato che continuerebbe a essere il punto di riferimento in Italia per la filiera del riciclo del cartongesso dismesso”.

Marta Evangelisti, infine, chiede se la giunta “non ritenga necessaria la verifica sostanziale della candidatura Unesco al fine di appurare che non sia ostativa, anche in termini temporali, per l’ampliamento richiesto dall’azienda”.