“Abbiamo letto con sconcerto le recenti affermazioni di Oliver Martini, socio Unigrà e fratello dell’AD Gianmaria che, unendosi al coro di chi cerca dei colpevoli per l’alluvione, addita Verdi e ambientalisti: secondo lui, infatti, siamo stati noi a imporre al governo della Regione provvedimenti che hanno causato ciò che è avvenuto.

Vorremmo far sapere a Oliver Martini che se Regione e amministrazioni locali avessero approvato i provvedimenti richiesti dai Verdi, adesso avremmo un territorio meno cementificato, urbanizzato e impermeabilizzato. Avremmo molte più casse di espansione di quelle esistenti. Avremmo più interventi mirati di manutenzione dei fiumi, da realizzare rispettando la naturale morfologia degli alvei e ripristinando di larghe fasce di vegetazione ripariale. I torrenti avrebbero più possibilità di far uscire le acque, quando abbondanti, in aree che non comportano danni alle persone. Non avremmo edifici e attività umane che assediano gli argini e in alcuni casi si insediano anche al loro interno. La stessa azienda Unigrà è situata in zona esondabile.

Avremmo quindi un territorio molto meno fragile e meno soggetto al dissesto idrogeologico. È paradossale che proprio chi per anni ha cercato di impedire il dramma che stiamo vivendo, rimanendo sempre inascoltato, adesso si ritrovi a esserne additato come responsabile.

Vorremmo far notare a Oliver Martini che se noi Verdi avessimo avuto tutto il potere che lui ci attribuisce, la sua azienda non sarebbe mai stata autorizzata a creare un impianto che, con dei motori usati di navi, brucia olio di palma ottenuto disboscando delle foreste tropicali del Sud-Est asiatico.

E vorremmo far notare sempre a Oliver Martini che la sua azienda è autorizzata al prelievo di 2 milioni di metri cubi di acqua dal sottosuolo l’anno. In 30 anni fanno 60 milioni di metri cubi. Il prelievo di simili quantità di acqua dal sottosuolo significa subsidenza, ossia abbassamento del livello del suolo stesso, con rischio di allagamento. Nei primi anni 2000 il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale quantificò in 30 milioni di euro il costo per rifare quote e risezionamenti di canali e fossati di scolo del territorio di Conselice. Quindi, prima di sparare accuse scomposte, invitiamo Oliver Martini a guardare all’impatto ambientale delle sue attività”.