Niente armi al porto di Ravenna. Lo chiede con una lettera pubblica, inviata al sindaco di Ravenna Michele de Pascale, Democrazia Sovrana Popolare, fortemente preoccupata dalla deriva che sta prendendo la situazione internazionale: “La classe dirigente occidentale si rivela, ancora una volta, totalmente irresponsabile. Dopo aver organizzato e sostenuto il colpo di stato in Ucraina nel 2014, aver armato le truppe di Kiev nella guerra civile che ne è scaturita e nel successivo intervento russo, ora, di fronte alla possibile sconfitta dell’esercito ucraino, non trova di meglio che ipotizzare l’invio ufficiale di truppe europee sul territorio di quel paese.
È una strada senza ritorno che porta dritti alla guerra nucleare”.

“In Medio Oriente il pluridecennale scontro che oppone gli israeliani ed i palestinesi si sta evolvendo in una guerra di sterminio ai danni della popolazione palestinese, e la Marina Militare italiana è parte di quel conflitto facendo da scorta, nel Mar Rosso, alle navi di interesse israeliano” continua Democrazia Sovrana Popolare.

“Chiediamo a tutti quelli che non hanno ancora perso il lume della ragione di alzare la voce per cercare di contrastare questa ondata bellicista che pare travolgere la nostra società. Chiediamo a tutti di pronunciare parole di saggezza, di chiedere che tacciano le armi e che si aprano seriamente trattative tra le parti. Chiediamo a tutti di separare le proprie responsabilità da quelle di coloro che ci vogliono portare in guerra”.

La lettera di Democrazia Sovrana Popolare:

“Gentile signor sindaco sono tante le manifestazioni già organizzate in tutta Italia per nunciare il rischio che i nostri porti vengano utilizzati per inviare armi in scenari di guerra come quello ucraino e quello palestinese. Le armi portano morte e distruzione e non favoriscono di certo le trattative di pace. Come Democrazia Sovrana e Popolare crediamo che i cittadini debbano essere sovrani e che l’articolo 11 della nostra costituzione debba essere rispettato. Per questo ci battiamo contro la servitù della NATO e l’aumento delle spese militari ed e’ per questo che le chiediamo di intervenire per evitare che dal porto di Ravenna possano transitare armi di qualsiasi genere. La nostra città è da sempre un ponte fra l’Occidente e l’Oriente e noi di Democrazia Sovrana e Popolare vorremmo che questo fosse solo un ponte di pace e per favorire la pace.”

Al mercato di Ravenna in via Berlinguer, al banchetto per la raccolta firme per la presentazione della lista di Democrazia Sovrana Popolare alle elezioni europee, proseguono gli incontri di discussione: il 16 marzo verrà trattato il caso Assange, il 23 marzo si parlerà di sanità pubblica il 30 marzo infine il tema del lavoro.