I reati predatori nel territorio provinciale – seppur in calo in questo particolare periodo –  continuano a costituire un fastidioso fenomeno per i cittadini.

Al fine di prevenire e contrastare i furti in casa e in esercizi commerciali, nonché le truffe in genere, numerosi sono i servizi messi in atto dai Carabinieri di Ravenna in tutta la Provincia.

Al riguardo, i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo hanno attenzionato a Godo (RA) tre persone sospette aggirarsi nei pressi di un casolare nelle adiacenze di una tenuta nobiliare. Nonostante il rocambolesco tentativo di fuga posto in essere da due di essi per sottrarsi al controllo, la coordinata azione dei militari, coadiuvati anche da quelli della locale Stazione, ha permesso l’identificazione degli sconosciuti.

In particolare, i primi accertamenti sul posto hanno consentito di rinvenire alcuni grammi di sostanza stupefacente addosso ad uno di loro; i successivi approfondimenti sull’identità dei soggetti (tutti di nazionalità albanese, irregolari sul territorio dello Stato, senza fissa dimora e censurati), effettuati anche mediante la rilevazione delle impronte digitali, hanno consentito i seguenti risultati:

  • trarre in arresto un 40enne, poiché era rientrato in Italia sotto falso nome dopo una precedente espulsione, in aderenza alle disposizioni del Testo unico sugli stranieri;
  • denunciare in stato di libertà un 25enne, poiché trovato in possesso di alcuni grammi di “cocaina” e per essere irregolare sul territorio dello Stato;
  • denunciare in stato di libertà un 27enne per la sua posizione irregolare nel Paese.

Al termine degli approfondimenti del caso, espletati in sinergica collaborazione con l’Ufficio Immigrazione della Questura di Ravenna, due dei tre sono stati accompagnati:

  • al Centro Identificazione ed Espulsione di Bari per il successivo rimpatrio;
  • alla frontiera di Roma – Fiumicino per l’imbarco immediato a mezzo vettore aereo.

L’arrestato, su disposizione della locale Procura della Repubblica, è stato trattenuto una notte presso le camere di sicurezza del Comando Provinciale e poi tradotto davanti al Giudice che ne ha convalidato l’arresto.