“Nel leggere ieri, sulla stampa, i commenti alle considerazioni dell’Assessore regionale Priolo, in risposta all’interrogazione rivoltale dalla consigliera regionale Silvia Zamboni (Europa Verde) sulla Cava di Monte Tondo, la cosa che mi ha lasciato basito …e indignato, di quei commenti, è la sottovalutazione, la totale mancanza di interesse, di considerazione delle ricadute, delle conseguenze occupazionali, socio-economiche delle scelte che si andranno a compiere su tempi e modi di prosecuzione dell’attività estrattiva del gesso nella cava di Monte Tondo”

Giorgio Sagrini, sindaco di Casola Valsenio, si schiera contro Europa Verde e la sua consigliera Silvia Zamboni dopo che la Regione Emilia-Romagna ha comunicato, in assemblea regionale, il futuro della cava di Monte Tondo: la cava dovrà chiudere fra 10 anni e il sito produttivo dovrà andare incontro ad una riconversione. Il polo non chiuderà quindi immediatamente, come chiedevano alcune forze politiche. È stato preferito invece scegliere una posizione intermedia, quella che viene oggi considerata “il male minore”. Al sindaco Sagrini, tuttavia, non sono piaciuti i commenti della consigliera Silvia Zamboni:

“La consigliera Zamboni, nella sua replica all’Assessore Priolo, a conferma di quanto ignori e sottovaluti l’importanza, il valore del lavoro, il lavoro di oltre cento lavoratori occupati nello stabilimento di produzione del cartongesso, un prodotto fondamentale della nuova edilizia sostenibile, e nell’indotto, afferma che serve ‘una accelerazione per arrivare alla cessazione delle estrazioni e maggiori garanzie per la tenuta di questo fragile contesto ambientale’.

La preoccupazione ‘per la tenuta di questo fragile contesto ambientale’ è legittima ma lo è altrettanto e, per quanto mi riguarda, di più, la tenuta di un fragile contesto sociale ed economico, qual è quello dei territori montani e delle aree interne.

Non considerare, ignorare questo aspetto, è inaccettabile e intollerabile ed è l’espressione di una cultura ambientalista deviata e distorta, perché non c’è tutela ambientale in territori non presidiati, spopolati, desertificati dall’esodo; esodo inevitabile se non c’è lavoro, se non c’è occupazione, se non ci sono condizioni di reddito che giustifichino, che permettano di vivere nei territori montani”.

Casola Valsenio si era già espressa con un voto in consiglio comunale a favore del proseguimento dell’attività estrattiva:   

“Per me, per noi, come ribadito nella mozione approvata dal Consiglio comunale di Casola Valsenio, ‘La tutela del lavoro, dei livelli occupazionali, dell’indotto e il futuro della comunità è una condizione, un requisito imprescindibile dello scenario finale che si dovrà perseguire attraverso la prosecuzione dell’attività estrattiva e il conseguente ripristino ambientale’.

Una prosecuzione che deve essere misurata e quantificata in funzione del determinarsi delle condizioni tecniche e organizzative che permettano al Gruppo Saint-Gobain Italia di continuare a orientare sempre più la produzione del cartongesso, verso un minore utilizzo di materia prima naturale e il sempre maggiore utilizzo di materiale di recupero, come il cartongesso dismesso.

Obiettivo questo, che presuppone l’organizzazione di un sistema nazionale di raccolta del prodotto dismesso e la possibilità di realizzare nel territorio un polo, di interesse e dimensione nazionale, per il recupero e l’uso industriale di questo materiale.

L’obiettivo da perseguire è garantire la continuità dell’attività industriale e dell’occupazione per gli addetti attuali e futuri”.