Lunedì 20 febbraio a Palazzo Vecchio di Bagnacavallo si è tenuto l’incontro “Vite Invisibili – memorie di donne afghane”, in memoria di Nazifa Noor Ahmad, che ha suscitato particolare interesse.
L’evento, organizzato dal gruppo scout Agesci Bagnacavallo con il patrocinio del Comune, ha ospitato gli interventi di Barbara Schiavulli, giornalista di guerra, presidente di Radio Bullets, Arianna Briganti e Madina Hassani, rispettivamente vicepresidente e mediatrice culturale di Nove Onlus. Per il Comune è intervenuta la vicesindaca Ada Sangiorgi.
Nove è una struttura agile, capace di gestire scenari mutevoli, nata nel 2012 dall’unione di soci con una lunga esperienza nella cooperazione internazionale ed è operativa in Afghanistan da dieci anni.
Arianna e Madina hanno raccontato le loro esperienze, i grandi progressi fatti prima del ritorno al potere dei talebani e di come è precipitata la condizione delle donne afghane sotto il loro comando. “Vite invisibili”, è così che Arianna ha definito l’esistenza delle donne, costrette a rimanere in casa senza poter lavorare e andare a scuola, deprivate di qualsiasi diritto.
Madina, fuggita nell’agosto 2021 quando i talebani hanno invaso la città, ha dovuto lasciare la sua vita e parte della sua famiglia a Kabul. Una storia di dolore riscattata dalla sua forza di ricominciare, come molte altre ragazze che hanno avuto la fortuna di rifugiarsi in Italia. La testimonianza di Barbara Schiavulli e le immagini che ha mostrato hanno dato la misura della straordinaria tempra del popolo afghano ma anche la disperazione che sta vivendo. «Un paese alla fame – ha raccontato – donne abusate e annullate, bambini derubati di un’infanzia degna, privi di cibo e cure. Prima dell’agosto 2021 le donne sognavano di diventare autiste, avvocate, dottoresse, infermiere, pittrici e tanto altro… ora non possono più sognare. Chi è vedova e chi non ha un uomo che la mantenga non ha di che vivere ed è costretta a mandare a elemosinare i figli o addirittura venderli. Molte di loro, non avendo più speranze e nessuna ragione per vivere, pensano al suicidio.»
«Barbara, Arianna, Madina e tutta Nove Onlus si impegnano quotidianamente per garantire un futuro a queste donne e alle realtà più fragili. Le ringraziamo – sottolineano gli organizzatori della serata – perché sono venute da lontano per dare voce a chi è costretto a vivere nell’invisibilità e a sensibilizzarci su un tema così importante, affinché ciascuno dei presenti sia tornato a casa con una consapevolezza in più, non dando per scontato nulla.
Speriamo che questo evento abbia aperto gli occhi e aiutato ad avere la mente più aperta verso ciò che accade nel mondo ma anche verso chi ci sta accanto.»