La professione dell’autista soccorritore è, di fatto, invisibile. Si tratta di una figura professionale riconosciuta implicitamente ma non normata. Non c’è definizione in termini di normativa, se non in Veneto e Valle d’Aosta. Addirittura questo delicato ruolo è stato, in alcune occasioni, affidato agli infermieri: sintomo della mancanza di conoscenza a riguardo di coloro i quali sono chiamati a legiferare.
Autista soccorritore, quale CCNL applicare?
L’autista soccorritore rappresenta, dunque, una figura non riconosciuta dalla legge. Esso, nel momento in cui presta soccorso, può essere qualificato come operatore di interesse sanitario, pur trovandosi attualmente nell’area tecnica. Agli autisti soccorritori, attualmente, viene applicato il CCNL del comparto sanità, mentre per gli autisti che lavorano nel settore privato c’è una grande frammentazione contrattuale. Ad esempio: contratti delle cooperative sociali, fondazioni ed associazioni varie.
Seminario Fials sulla figura dell’autista soccorritore
Moreno Montanari, Presidente regionale Co.E.S. Emilia-Romagna, è intervenuto nel corso dell’evento, rilasciando le seguenti dichiarazioni: “Per noi è importante che tutti abbiano la stessa formazione di base, conseguendo un attestato abilitante per poi scegliere la propria strada: volontariato, dipendente di associazione o concorso pubblico. Rispetto alla conduzione del mezzo, attualmente la legge dice che basta aver compiuto 21 anni ed essere in possesso della patente B, quindi non norma tutte le attività di soccorso alla persona proprie della professione.  Il che dice tutto sulla situazione attuale. L’unica strada rimane quella di una definizione a livello nazionale, che disciplini le competenze, le attività e il conseguente percorso formativo, come peraltro esplicitato dalla sentenza della Corte Costituzionale rispetto all’iniziativa intrapresa dalla regione Basilicata nel 2009”.
Le proposte dell’O. S.
Il Segretario Regionale Fials Emilia-Romagna, Alfredo Sepe, ha presentato le proposte della sua Organizzazione Sindacale: “Tenuto conto delle criticità complessive e dell’immobilismo della politica italiana, abbiamo deciso di operare in prima persona mettendo tutto nero su bianco. Chiederemo all’Assessore della Sanità dell’Emilia-Romagna, Raffaele Donini, Presidente territoriale della Conferenza Stato-regioni, di accelerare il percorso per il riconoscimento di questa figura professionale”.