“Sono passati largamente due anni da quando, a fine aprile 2021, presso il servizio Strade del Comune di Ravenna, la seduta definitiva della Conferenza dei servizi sarebbe stata convocata allo scopo di dare via libera a Rete Ferroviaria Italiana (RFI) per costruire il nuovo sottopasso ferroviario di via Molinetto al posto dello storico passaggio a livello. La cittadinanza e il Consiglio comunale stesso non conoscevano però niente del progetto, nonostante fosse già pienamente finanziato. Lista per Ravenna, avendo constatato che avrebbe prodotto danni insostenibili e irreparabili alla circolazione stradale (veicolare e ciclopedonale) e alla salute ambientale di almeno mezza città, riuscì tuttavia a farlo bloccare. Furono un’interrogazione al sindaco del sottoscritto e le 1.004 firme raccolte rapidamente, su una nostra petizione, dai due comitati di zona Rubicone-Molinetto-Cesarea e Poggi-Antica Milizia (allegata), a convincere l’Amministrazione che, per superare le forti criticità emerse, occorreva riprendere la trattativa con RFI, puntando ad introdurre opportune modifiche al progetto e impegnandosi a confrontarne gli sviluppi col Consiglio comunale. Da allora non se n’è però saputo niente, neppure a seguito di nostre esplicite richieste.

È stata invece RFI stessa a chiarire il cul de sac, dichiarando al giornale “Porto di Ravenna” di giugno, tramite l’ingegnere suo direttore di zona, quanto segue: Col Comune di Ravenna abbiamo in corso una conferenza dei servizi avviata circa due anni fa per il passaggio a livello di Canale Molinetto. Io sono responsabile a Bologna da agosto 2022 […] e non ho avuto ancora l’occasione di incontrare il Comune di Ravenna su questo tema, per riprendere le attività della conferenza, ferma all’invio da parte nostra al Comune delle varie opzioni di opere sostitutive del passaggio a livello. Fra le varie opzioni ce ne è stata chiesta una molto onerosa, con un intervento ancora più importante, che va oltre i finanziamenti che sono già a disposizione per realizzare l’opera secondo le prime ipotesi. In pratica a fronte di una disponibilità di 15 milioni di euro (che ci consentirebbe di coprire anche l’incremento dei costi dei materiali), quest’ultima richiederebbe da sola un investimento di 38 milioni (al netto dell’aumento dei costi del materiale) oltre la metà dei quali non sono finanziati. Non avere ancora definito l’aspetto relativo all’eliminazione di quel passaggio a livello ha reso necessario da parte di Italferr l’elaborazione di due differenti progetti per la destra Candiano, uno con passaggio a livello in funzione e uno con opera sostitutiva realizzata”. Enorme sciatteria di un’amministrazione comunale solamente imbelle e devastatrice. Di fronte addirittura alla prospettiva di sottopasso Molinetto sì, forse o resta il passaggio a livello come prima, neppure si preoccupa di informarne i cittadini.

Possiamo comunque immaginare la natura dell’opzione “38 milioni”, riesaminando i termini del dibattito sollevato da Lista per Ravenna.

IMPATTO DEVASTANTE

Quest’opera (discutibile o no) servirebbe, insieme al già innalzato cavalcaferrovia Teodorico, per realizzare una seconda stazione merci sulla destra del Canale Candiano, collegandola con la prossima nuova stazione merci in sinistra Candiano. Così come era stato progettato, il nuovo sottopasso ferroviario Molinetto avrebbe imposto però la chiusura degli accessi alle vie Rubicone e dei Poggi, da ridurre a senso unico nella direzione periferia/centro città, il divieto di svolta dalla Circonvallazione Piazza d’Armi verso il lato mare e la prevista chiusura dell’altro passaggio a livello di via Candiano, sul lato viali della stazione ferroviaria, concordata tra RFI e Comune di Ravenna. Di conseguenza, flussi enormi di traffico aggiuntivo, comprendenti i passaggi di bus del trasporto pubblico locale, sarebbero stati dirottati sulla già intasatissima Circonvallazione piazza d’Armi, obbligati poi a svoltare nel sottopasso e, non potendo curvare su via Rubicone, ad imbucarsi sulla strettissima via Cesarea, per andare in ogni altra parte della città, oppure sui viali dei giardini pubblici, se diretti alla stazione e nel centro di Ravenna. Altrettanto complicato, ovviamente, il percorso inverso. Una catastrofe per la circolazione stradale, ma anche per i parcheggi, ed un’esplosione di inquinamento atmosferico e acustico su quasi tutte le strade coinvolte. Inoltre, gli impedimenti disposti avrebbero riversato disastrosamente il traffico sulle vie Garigliano e Monfalcone dal lato del sottopasso interno alla città e sulle vie Tagliamento ed Isonzo dal lato mare, tutte e quattro strettissime, quasi dei cunicoli.

LE PROPOSTE DI LISTA PER RAVENNA

Per superare d’un colpo tutti questi imbottigliamenti, la petizione chiedeva di esaminare la fattibilità di due rotonde da porre rispettivamente sulle vie Rubicone e dei Poggi, in modo che le due arterie restassero a doppio senso come ora. In sede di verifica, risultò che la rotonda su via dei Poggi, essendo troppo a ridosso dell’entrata/uscita del sottopasso, oltreché di ardua realizzazione, non avrebbe consentito al traffico proveniente dalla Circonvallazione piazza d’Armi di svoltare in direzione mare, mostrandosi quindi inadeguata. Nel marzo 2023, uno studio commissionato da Lista per Ravenna, oltre ad avanzare la proposta di tre rotonde, rispettivamente sulle via Rubicone, Cesarea e dei Poggi, riorganizzando di conseguenza l’impianto circolatorio dell’intera viabilità movimentata dal sottopasso, dimostrò come occorresse allungare il sottopasso dal lato mare di circa 110 metri, fino all’altezza di via Tagliamento, in modo da porre la nuova rotonda Molinetto 130 metri più avanti, all’altezza dell’attuale svincolo di via Destra Canale Molinetto verso via Bellucci, lato ippodromo (vedi la planimetria di cui sopra).

CHI PAGA

Si ha ragione di credere che siano soprattutto l’allungamento del sottopasso e la modifica ai sottoservizi stradali, a più che raddoppiare i costi dell’opera, tuttavia indispensabile perché il Comune di Ravenna possa accettarla senza che la città ne sia sfasciata irrimediabilmente nella mobilità e nella viabilità. Il progetto è però vitale sia per le Ferrovie dello Stato, che per l’Autorità di  Sistema Portuale, la quale, per esempio, pur di collegare la nuova stazione merci in destra canale Candiano fino alla penisola Trattaroli (molto discutibilmente, ma non è questo il momento di parlarne), se ne assumerà interamente i costi, come ha detto RFI stessa: “La realizzazione di un hub portuale in corrispondenza della penisola Trattaroli e il prolungamento della dorsale fino alla nuova penisola Trattaroli sono attività correlate agli interventi di RFI di potenziamento in Destra Candiano, ma sono in capo all’Autorità di Sistema Portuale”.

DARE VOCE ALLA CITTÀ

Esistono, in ogni caso, tutte le ragioni perché la città sia messa a conoscenza di quanto finora è stato tenuto sotto chiave e possa sollevare alta la sua voce. Ciò significa che occorre fare il punto della situazione in Consiglio comunale o nelle sue competenti commissioni, in cui esporre quali siano le opzioni sul campo coinvolgendo i due Comitati di zona e i tre Consigli territoriali fortemente interessati: Darsena, Centro Urbano e Ravenna Sud.

Ritenendo in primis – ferma la possibilità di autonoma iniziativa dell’opposizione – che debba essere il sindaco a pronunciarsi in merito, se ne interroga la disponibilità.”

Alvaro Ancisi  (capogruppo di Lista per Ravenna)