“Era da dopo le elezioni che alcuni gruppi politici di minoranza partecipavano sulla stampa, alcuno lanciando  messaggi impropri, ad un dibattito sulle nomine che il nuovo consiglio comunale avrebbe dovuto produrre, nelle prime sedute, per definire la propria organizzazione” afferma Alvaro Ancisi (capogruppo di Lista per Ravenna – Polo civico popolare).

“Non posti di governo o di potere, tutti nelle mani del sindaco e della sua giunta, ma posizioni di servizio per rappresentare al meglio, quale assemblea elettiva, l’intera cittadinanza. Come sempre, Lista per Ravenna, anche se tirata per i capelli, se n’è tenuta fuori. Martedì scorso, quando il consiglio ha eletto quasi all’unanimità i propri presidente e vice-presidente, rispettivamente nelle persone di Ouidad Bakkali e del sottoscritto, i due consiglieri su 32 che si sono messi di traverso hanno però espresso affermazioni non vere, che impongono di essere motivatamente corrette.

  1. Non è vero che qualcuno sia stato discriminato o tagliato fuori dalle quattro posizioni riconosciute alla minoranza dallo Statuto (la vice-presidenza del consiglio) e, probabilmente, dalla prassi del precedente mandato (tre presidenze su 10 commissioni consiliari). Al riguardo, la minoranza ha inteso infatti applicare il criterio stabilito dopo le elezioni del 2016 con un accordo generale tra le sue componenti di allora, comprese Lega, Lista per Ravenna, Pigna e Forza Italia, che sono state confermate nel nuovo consiglio: si segue, nell’assegnazione degli incarichi, l’ordine dei voti ricevuti dalle varie liste. Oggi le quattro liste della minoranza col numero maggiore di voti sono, nell’ordine voluto dagli elettori, Fratelli d’Italia, Lega, Lista per Ravenna e Viva Ravenna, punto e basta. 
  2. Rolando, della Lega, che votando contro ha detto “volevamo un vice-presidente di un’area diversa”, sa che la coalizione Donati di cui fa parte ha offerto all’altro consigliere del suo stesso partito la vice-presidenza del consiglio, ricevendone, insieme al netto rifiuto, la richiesta, poi accolta dagli altri gruppi della coalizione, di puntare sul sottoscritto, a cui era già stata offerta, non richiesta, fin dal loro primo incontro. Rolando avrebbe anche potuto proporsi egli stesso, ricevendo il voto di tutta la minoranza per solidarietà e coerenza con gli impegni, senza che la maggioranza gli si potesse opporre in alcun modo, perché non di sua spettanza. Non l’ha fatto per più di una ragione, ma questo è un altro discorso.
  3. Chi, rappresentando invece La Pigna, ha votato contro dicendo: “Io comunque non voglio poltrone”, sa di avere preso contatti con la coalizione stessa, testimoniati da più voci, pretendendo una presidenza di commissione che non le toccava per i pochi voti ricevuti. Affermando poi, per giustificare il suo atteggiamento in Consiglio, Ancisi negli ultimi cinque anni ha più volte attaccato la Pigna senza motivazione, attaccando con meno veemenza la maggioranza”, ha detto, come il lupo all’agnello, l’esatto contrario della verità, conosciuta da tutto il consiglio comunale e documentata da volumi di pagine facebook e da molte pagine di giornali. Lista per Ravenna non attacca mai nessuno dell’opposizione, rispondendo solo poche volte agli attacchi che gliene vengano. Già dalla campagna elettorale del 2016, la Pigna ha incessantemente aggredito e insultato coloro che hanno rappresentato l’intera coalizione Alberghini, avendo anche causato il risicato successo di De Pascale. Ma nel suo mirino è sempre stata, incessantemente, Lista per Ravenna, vista come il proprio maggiore ostacolo alla smania di dilagare e alla vanagloria di primeggiare, nelle elezioni di ottobre, su tutta l’opposizione, prendendosi poi, nel ballottaggio, addirittura il sindaco, con gli assessori già nominati. Gli elettori l’hanno riportata a terra. Bisogna che almeno se ne renda conto”.

“Non c’è, né ci può essere, un pensiero unico nell’opposizione, com’è, al di là delle finzioni, dall’altra parte del campo, cementata dagli interessi di bottega. All’opposizione serve, da parte di tutti, una volontà di cooperazione che abbia come mastice il rispetto reciproco e la lealtà dei comportamenti” conclude Alvaro Ancisi.