Martedì 21 giugno scorso, nel condominio di alloggi popolari in via Fiume 32, un 55enne nordafricano fu ritrovato morto nel proprio appartamento in una pozza di sangue. I parenti, allarmati perché non riuscivano a contattarlo, decisero di entrare nell’alloggio passando da una finestra, constatando come il corpo del 55enne fosse in stato avanzato di decomposizione. È convinzione nel condominio che la morte violenta sia avvenuta 12 giorni prima. La magistratura dispose un’autopsia per risalirne alle cause, ponendo sotto sequestro l’appartamento.

Passati tre mesi, l’alloggio era ancora sotto sequestro, ma, essendone rimasta aperta la finestra, ne uscivano, spandendosi nelle altre abitazioni e nelle parti comuni, numerosi insetti cadaverici di varia specie, ponendo rischio di infezioni (una signora ne era stata punta, quella del piano di sopra se li era trovata sul letto…). I rimedi adottati, tenere le finestre chiuse e nebulizzare le stanze con dosi massicce di flit, non erano certo salutari” fa notare Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna – Polo civico popolare.

“La situazione era stata fatta presente in primis ad ACER, l’azienda che gestisce le case popolari del Comune di Ravenna, chiedendo la disinfestazione dell’appartamento dove era morto il 55enne, vietata finché sotto sequestro, ma possibile negli appartamenti e negli spazi comuni circostanti, con intervento da richiedere ad Azimut, la società comunale che gestisce questo servizio. Ci si era poi rivolti alla Procura della Repubblica, chiedendo di accelerare il dissequestro dell’appartamento in questione. Tutto inutile”.

Il condominio, composto di 16 appartamenti, di cui 12 di proprietà del Comune di Ravenna in gestione ad ACER, è abitato in buona parte da persone anziane, anche sole e con fragilità notevoli, tra cui una 88enne che vive sola, impedita a camminare per un’infezione ad una gamba. “Di qui la richiesta pressante rivolta a Lista per Ravenna dai condomini di interpellare il sindaco, come abbiamo fatto il 21 agosto, affinché intervenisse, per propria competenza trattandosi di sanità pubblica, per porre rimedio alla situazione”.

La risposta, dataci dalla direttrice di ACER, si riassume nel fatto che, dovendo procedere al ripristino dell’alloggio e alla sua sanificazione, Acer aveva presentato istanza di dissequestro, che la Procura di Ravenna ha effettuato il 2 settembre,  dunque, nel giro di pochi giorni dall’interrogazione. “Il giorno stesso, Acer – scritto dalla direttrice – ha incaricato la propria impresa appaltatrice di procedere con lo sgombero, previo sopralluogo con gli eredi del defunto (doveroso per prendere in consegna i beni) e, successivamente, con i lavori”.

Fatto sta che, alla data di oggi, dopo quasi cinque mesi dal ritrovamento dell’inquilino deceduto e di un mese e mezzo dal dissequestro del suo appartamento, la disinfestazione dell’immobile non è ancora avvenuta, si può immaginare con quanto sconcerto e prostrazione delle famiglie che vi abitano.

Sembrando incredibile tanto prolungato disservizio a danno dell’igiene pubblica, questa nuova interrogazione ne chiede dunque ragione al sindaco, confidando che si riesca finalmente, con tutta urgenza, a risolverlo”.

La risposta di Acer:

“Di seguito alla morte dell’inquilino la Procura ha disposto il sequestro dell’immobile.

L’accesso all’alloggio è stato quindi da subito interdetto, con l’apposizione dei sigilli da parte dei Carabinieri.

Si precisa che né Acer, né il Comune proprietario dell’alloggio, né l’amministratore del condominio costituito nel fabbricato hanno ricevuto alcuna notifica del provvedimento di sequestro; tant’è che il giorno successivo al ritrovamento, Acer ha verificato la presenza di bandelle e sigilli.

A richiesta di notizie da parte mia, la Stazione Carabinieri di Ravenna ha confermato, con mail del 2.7.2021, l’esistenza del sequestro, pur senza comunicarne gli estremi.

Da quella data, nessuna notizia è più giunta.

Nemmeno è giunta alcuna richiesta o segnalazione da parte dell’amministratore, né richieste allo stesso da parte dei residenti affinché organizzasse la pulizia/disinfezione straordinaria delle parti comuni. Il fatto che una finestra fosse stata lasciata aperta ha fatto uscire gli insetti, come lamentato nell’istanza, ma ha evidentemente anche consentito un ricambio d’aria essenziale per la fruibilità delle scale e delle parti comuni.

Dovendo procedere al ripristino dell’alloggio e alla sua sanificazione, Acer ha presentato istanza di dissequestro.

In data 2 settembre 2021 la Procura di Ravenna ha accolto l’istanza e ha disposto il dissequestro dell’alloggio.Il giorno stesso, Acer ha incaricato la propria impresa appaltatrice di procedere con lo sgombero, previo sopralluogo con gli eredi del defunto (doveroso per prendere in consegna i beni) e, successivamente, con i lavori.”