“Il tornado (o tromba d’aria) che sabato 22 luglio scorso ha infierito, producendo disastri, sulla zona nord della provincia di Ravenna e sull’area territoriale di Mezzano fino a Savarna è stato classificato di categoria F2- F3 (moderato-forte), che significa raffiche di vento tra i 250 e i 300 km/h. La causa più diffusa dei maggiori danni registrati è stata l’abbattimento, su edifici, strutture, viabilità, recinzioni, ecc., di grossi alberi sradicati dal vento. Si è trattato in genere di alberi della specie pinus pinea o pino domestico, la cui vasta diffusione è tipica del nostro territorio.

Domenica 23 luglio, intervistato dal TG delle 12.00, il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, ha detto: “Non siamo in situazioni tranquille. Ieri era una bellissima giornata di sole, eppure pochi minuti di finimondo sono bastati per mettere al tappeto molti territori. Nel pomeriggio, ero col sindaco di Ravenna per salvare centinaia di alberi. Dopo le emergenze climatiche piene di eventi estremi che stiamo documentando, bisognerebbe pensare anche ad un diverso tipo di vegetazione nei centri urbani. Sono un amante della natura, ma una cosa è certa. Bisogna mettere al primo posto la tutela delle vite umane. Ieri per caso non c’è scappato il morto, ma si sono avuti 14 feriti a causa di alberi caduti sulle strade e sulle autovetture. Cosa dobbiamo fare lo decideranno gli scienziati, gli esperti”.

Sembra dunque proporsi l’esigenza di riesaminare, a tal fine, le modalità di applicazione del principio, stabilito nel regolamento comunale del Verde al punto 10 dell’art. 1, “Tutela delle alberature pubbliche e private”, che recita: Quando il livello di rischio connesso alla convivenza con gli alberi è considerato inaccettabile e non sia possibile provvedere alla sua riduzione attraverso pratiche compatibili con la dignità dell’albero, ovvero con il rispetto della sua integrità biologica ed architettonica, l’abbattimento deve essere considerato come unica soluzione possibile”, fermo restando l’art. 7.7 del regolamento, da applicare tuttavia in maniera stringente e inderogabile, secondo cui, per ogni abbattimento, deve essere reimpiantato sul posto un albero sostitutivo, della specie e delle misure indicate dal servizio comunale Tutela dell’Ambiente.

Sulla base di quanto sopra, dovrebbero essere oggetto di maggiore considerazione le alberature di più alto sviluppo, con chioma molto folta e pesante non bilanciata da un tronco troppo sottile e con radici strozzanti o di scarso potere ancorante, perciò incapaci di reggerne lo sforzo a fronte di vento o temporali violenti. Andrebbe in particolare valutata l’entità ingente dei danni e delle disgrazie, anche umane, che il loro crollo può produrre allorquando la loro altezza/lunghezza è superiore alla distanza che le separa da una strada, da una ciclabile, da una casa. In questi casi, la “verifica di stabilità, completa di analisi strumentali”, richiesta dall’art. 7.2 del regolamento per stabilire se un albero è pericolante, non si conforma ad un rischio di crollo adeguato ai nostri tempi climatici (come hanno dimostrato le devastazioni di cui sopra avvenute il 22 luglio 2023), quanto la perizia di un agronomo specializzato in materia, effettuata con valutazioni caso per caso.

Ciò premesso,

IL CONSIGLIO COMUNALE

indirizza la presente

MOZIONE

al Sindaco e alla Giunta comunale

affinché:

  1. avvalendosi dei tecnici esperti nelle discipline appropriate dipendenti dall’Amministrazione stessa e da Azimut spa, gestore del verde pubblico comunale, definiscano, alla luce di quanto esposto, una proposta base di rivisitazione del regolamento comunale del Verde;
  2. sottopongano quindi la proposta agli approfondimenti e alla valutazione del Consiglio comunale stesso.”

Alvaro Ancisi

(capogruppo di Lista per Ravenna)