“Alle 6:27 di oggi, ho trasmesso via PEC alla Procura della Repubblica di Ravenna l’esposto sottostante, coi relativi allegati, reso urgente dal servizio del TG3 Emilia-Romagna trasmesso ieri alle ore 19.30. Ritenendo che sia espresso con forma e contenuti di immediato interesse pubblico.

“Al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna

ESPOSTO

Sottofondi dei percorsi ciclopedonali di accesso agli stradelli retrostanti gli stabilimenti balneari di Marina di Ravenna e Punta Marina Terme

Autore di questo esposto è il sottoscritto Alvaro Ancisi, nella veste di consigliere comunale di Ravenna.

Ieri 26 marzo, nel TG3 dell’Emilia-Romagna, edizione delle 19.30, è andato in onda il seguente servizio:

“Ambiente – Punta Marina, ‘Plastiche e laterizi nei materiali usati per gli stradelli che portano al mare’. La denuncia di alcune associazioni ambientaliste sul cantiere nella riserva naturale”

 

IL SERVIZIO TELEVISIVO

Si riportano, in ordine cronologico, alcuni parlati del telecronista: “Cavi, accendini, tubi di plastica rotti, piastrelle rotte che spuntano dalla strada […]. Le immagini parlano chiaro. In mezzo al materiale utilizzato per il fondo spuntano plastiche in quantità, laterizi, corrugati. […]. Spiegazioni sono arrivate invece dall’assessore al Demanio Costantini: ‘Anziché utilizzare, per esempio, del materiale vergine proveniente da cave, viene incoraggiato il materiale di riuso che può avere in percentuale anche degli scarti di altre lavorazioni edilizie’. Nelle ore, però, lo scenario è cambiato. Dal Comune di Ravenna hanno fatto sapere che il materiale di quella parte di cantiere era effettivamente sbagliato e il fondo dovrà essere rifatto. In ogni caso, il movimento Incontro ha presentato un esposto in Procura basandosi sul fatto che il materiale non corrisponderebbe a quello richiesto nel capitolato”. Sul posto, sono convenuti ed hanno potuto prender nota dell’accaduto una pattuglia della Polizia Locale ed una della stazione Carabinieri di Marina di Ravenna.

SOPRALLUOGO CON PUBBLICO UFFICIALE

  1. Il fatto s’inquadra nell’istanza pervenuta al sottoscritto da una delle associazioni ambientalistiche di cui sopra il 20 marzo scorso, con la richiesta seguente (qui allegata)“[…]essere presente, in qualità di amministratore elettivo del Comune di Ravenna, al sopralluogo che si terrà nella giornata di lunedì 20 marzo 2023 alla presenza di alcuni cittadini del Comune di Ravenna, a partire dalle ore 15.30 circa, per la durata indicativa di due ore, presso il cantiere dei lavori in corso a Marina di Ravenna (RA) e Punta Marina (RA) inerenti la realizzazione del cosiddetto ‘Parco Marittimo’ di cui alla Delibera di Giunta Comunale n. 334 del 2 luglio 2019 avente per oggetto ‘Approvazione progetto definitivo riqualificazione accessibilità e aree retrostanti agli stabilimenti balneari dei lidi del Comune di Ravenna Parco Marittimo 1° Stralcio (Marina di Ravenna e Punta Marina) – CUP C62E18000280007’. La presenza del Consigliere si richiede al fine di poter valutare – anche tramite eventuale contestuale consegna a Laboratorio Analisi di campioni prelevati in loco – i materiali costituenti i sottofondi già posati in opera dei realizzandi percorsi ciclopedonali/carraie di accesso agli stradelli retrodunali, i quali parrebbero, da alcune segnalazioni e sopralluoghi, non rispondere alle specifiche del Capitolato Speciale d’Appalto”.
  2. Il sottoscritto, avendo corrisposto interamente a questa istanza, si mette a disposizione di codesta Procura, in particolare per confermare che, dall’esito del sopralluogo, avvenuto a Marina di Ravenna non solo in sede di accesso agli stradelli retrodunali, bensì anche, e in ubicazioni diverse, di stradello stesso, quanto affermato come sopra dal Comune di Ravenna: […] il materiale di quella parte di cantiere era effettivamente sbagliato e il fondo dovrà essere rifatto”potrebbe invece essere generalizzato sull’intero cantiere. Nel frattempo, in via provvisoria, tutto o quasi è stato verosimilmente ricoperto con sabbia e terriccio, ma, con facilissimi scavi a campione, tutto risulterebbe evidente e quindi valutabile con certezza.

RIFIUTI EDILI ANZICHÉ PIETRISCO?

In sintesi, si discute se nei lavori in questione siano state riversati rifiuti edili, piuttosto che il prestabilito pietrisco calcareo naturale. Al riguardo, si allegano il Capitolato speciale d’appalto (vedansi pagg.26, 28 e 29) e il Computo metrico estimativo (pagg. 12 e 13). Già il 15 e 18 marzo scorso le associazioni ambientalistiche in campo avevano in sostanza pubblicato, invocando controlli che non sono stati fatti, quanto segue: Al posto di quanto previsto dal Capitolato d’appalto dove si legge: ‘Fornitura, stesa, rullatura e compattazione di pietrisco spaccato inerte calcareo 10/30 mm per la formazione di piani di fondazione e sottofondo del percorso ciclo-pedonale’, non risulta essere stato posato alcun pietrisco calcareo, ma rifiuti speciali provenienti da demolizioni edili, triturati in frantoio e poi riciclati a mo’ di stabilizzato. […] Sul Computo metrico estimativo, alla voce ‘Misto pietrisco spaccato di pezzatura 20/50 mm sottofondo aree pavimentate inerti naturali’, è prevista la fornitura di oltre 6 mila metri cubi di pietrisco, a 39,90 euro al metro cubo, per un importo di oltre 240 mila euro. Difficile immaginare che la fornitura del materiale realmente utilizzato possa costare altrettanto, quando, per il frantumato riciclato misto, il costo a frantoio pare non superi i 2/5 euro a metro cubo”. Tuttavia, appena il 16 marzo, l’assessora ai Lavori pubblici Federica Del Conte aveva replicato pubblicamente: “Il materiale utilizzato per la realizzazione dei sottofondi del percorso pedonale del Parco Marittimo è certificato ed è frantumato di calcestruzzo che risponde alle caratteristiche richieste […],  e comunque sono in corso prelievi di materiale, come prescritto dalla vigente normativa”, che si sperava avvenissero prima che i sottofondi fossero occultati.

 

PAGA TUTTO IL PNRR

Il Parco Marittimo è interamente finanziato con fondi pubblici del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), per un totale di 11.225.500 euro. Per il primo stralcio, appunto su Marina di Ravenna e Punta Marina Terme, l’importo finanziato è di 5.845.000 euro. È doveroso a questo punto rappresentare che il 16 settembre 2022 è stato sottoscritto, alla presenza del Prefetto Castrese De Rosa, il protocollo d’intesa tra il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna e gli enti locali ravennati, tra cui il Comune di Ravenna, per il monitoraggio delle opere finanziate coi fondi del PNRR: protocollo – come scritto nel comunicato stampa emesso contestualmente – “finalizzato a rafforzare il presidio di legalità e trasparenza a tutela del corretto impiego delle ingenti risorse finanziarie disponibili […], in modo da prevenire e, se del caso, contrastare qualsivoglia condotta illecita che incida sulla regolare esecuzione delle opere e ogni tentativo di infiltrazione della criminalità economica nella filiera esecutiva dei lavori”.

Si confida dunque, in coerenza con tale protocollo, che la Guardia di Finanza provinciale di Ravenna, anche per la particolare competenza in materia ed in esercizio di preciso mandato quale Polizia finanziaria di Stato, sia investita del compito di condurre ogni necessaria opera di esplorazione, analisi e valutazione sulla materia oggetto di questo esposto, rispetto alle quali il sottoscritto si pone parimenti a disposizione.”