Nella settimana dal 22 al 28 novembre si sono registrate 3.401 nuove positività (6,5%) su un totale di 52.074 tamponi.
Si è registrato quindi un aumento dei nuovi casi in termini assoluti (+626). Rispetto alle previsioni del Piano aziendale si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da COVID, che pone il territorio romagnolo nel livello arancione della catalogazione interna dell’Ausl Romagna. In totale sono ricoverati 176 pazienti, di cui 16 in terapia intensiva.

“Il quadro epidemiologico, commenta Mattia Altini, Direttore Sanitario di Ausl Romagna, conferma una costante ed ampia diffusione del virus, anche nella settimana presa in esame. Ma al contempo sappiamo che una risposta efficace c’è, la terza dose, ma è necessario accelerare e convincere i cittadini che si tratta della scelta giusta. Il vaccino costituisce l’arma fondamentale della lotta al virus: è sicuro, efficace e necessario per proteggere noi stessi e gli altri. Tutti i dati confermano che c’è un’enorme differenza fra vaccinai e non vaccinati in termini di possibilità di contrarre la malattia, ma soprattutto in materia di ospedalizzazioni e morti. Una conferma che arriva anche dallo studio condotto a livello della nostra Regione, come pubblichiamo anche sul nostro bollettino

Il caso Israele inoltre mostra come le dosi aggiuntive e i booster siano efficaci nel ripristinare la protezione contro casi gravi e morti, oltre che nell’abbassare ancora il tasso di infezione.

Vaccinarsi è fondamentale, ma non basta. Terza dose, quindi , ampliamento della popolazione vaccinata, mantenimento delle prassi comportamentali per il contenimento dei contagi, tracciamento e isolamento dei focolai, utilizzo massiccio delle mascherine. Da parte nostra, l’impegno è massimo, tutti i nostri professionisti negli ospedali e sul territorio sono impegnati per garantire tutte le attività: tracciamento, vaccinazione e cura. È bene però sottolineare l’importanza  che, in questa fase e con questi livelli di contagio, il sistema sanitario non vada in affanno. Per evitarlo, occorre continuare nell’azione di convincere le persone che ancora non hanno fatto neanche la prima dose a vaccinarsi.”