“Abbiamo ribadito che si devono superare le principali criticità accertate nelle procedure per la distribuzione dei rimborsi a cittadini, famiglie e imprese danneggiate dall’alluvione del maggio scorso. La prima questione è la mancanza di personale amministrativo a causa delle procedure che non permettono l’arrivo in tempi rapidi di tecnici che lavorino sulla piattaforma Sfinge. A farne le spese soprattutto i piccoli Comuni e i territori collinari che non dispongono di un apparato tecnico sufficiente a fronteggiare una situazione emergenziale. Il secondo problema riguarda il mancato accoglimento della richiesta di inserire i beni mobili tra quelli rimborsabili, così da pervenire al promesso risarcimento del 100% dei danni. Nel settore industriale, come per il comparto agricolo, ci sono imprese che hanno perso tutto o altre che si sono risollevate con capitali propri e se le risorse pubbliche promesse non arriveranno in fretta i lavoratori saranno i primi ad essere colpiti”:
A dirlo è Tullia Bevilacqua, segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, intervenuta, ieri pomeriggio nel corso dei lavori del Patto per il Lavoro e per il Clima, riunito a Bologna, per accogliere il commissario per la ricostruzione Figliuolo.
Con Tullia Bevilacqua anche Francesco Stavale, vice-segretario regionale Ugl Emilia-Romagna.
“In tutto il sistema post-alluvionale si scontano ancora lentezze, gli strumenti messi in campo a oggi per reclutare il personale non funzionano a dovere. E sul versante dei cittadini è di questi giorni la notizia che a fronte dei 60 mila potenziali aventi diritto soltanto in 2.514 hanno presentato richieste d’ indennizzo e di queste, solo un centinaio sono state reindirizzate ai Comuni. E questo per gli obblighi procedurali contenuti nel sistema Sfinge. E non stiamo parlando soltanto di eccessiva burocrazia. Più che altro, per molti cittadini colpiti dall’alluvione non ha senso per chi lamenta danni contenuti procedere con una perizia che può costare più dell’intervento stesso”: spiega Tullia Bevilacqua, che riprende le lamentele di molti Comitati cittadini.
Le osservazioni, ovviamente, sono state poste all’attenzione del generale Francesco Paolo Figliuolo. “Che ringraziamo, come ringraziamo gli amministratori, il governatore regionale Bonaccini e il governo che ormai da un anno si adoperano per garantire vicinanza umana e ristori materiali alle migliaia di persone travolte dall’alluvione di maggio”: aggiunge il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.
Tullia Bevilacqua, inoltre, s’è raccomandata con le parti competenti del Patto per il clima ed il lavoro di prevedere nei futuri Piani per la ricostruzione “di non consentire più la costruzione o la cementificazione nelle zone alluvionate, secondo un sacrosanto principio di precauzione”.
E il sindacato, infine, ricorda alle istituzioni quanto sia necessario far fronte alla situazione idrica eterogenea specifica dell’ Emilia-Romagna: “In media i bacini montani occidentali e centrali registrano un netto surplus idrico, sulla pianura emiliana i valori sono nella norma, mentre i bacini montani e di pianura romagnoli a Sud del fiume Reno sono in deficit. Inoltre, si dovrà necessariamente pianificare un programma di opere pubbliche idrauliche per prevenire il rischio e proteggere il territorio. In Romagna le casse di espansione non sono sufficienti. Dunque, si deve intervenire al più presto, e lo diciamo senza polemica, ma con puro spirito costruttivo, come nello stile dell’Ugl da quando partecipa alle sessioni di lavoro del Patto per il Lavoro e per il Clima dell’Emilia-Romagna”: conclude Tullia Bevilacqua