Nel 1977 il Comune di Russi acquista palazzo San Giacomo, che diventa sede di eventi artistici e musicali. Nel 2021 vengono iniziati i lavori di ristrutturazione del piano terra, trasformando le varie stanze in sale espositive. Per celebrare questo nuovo percorso di Palazzo San Giacomo, il Comune di Russi, con l’Assessorato alla Cultura, ha incaricato Alessandra Carini di MAG | Magazzeno Art Gallery di organizzare la mostra inaugurale. L’inaugurazione della mostra avrà luogo sabato 18 giugno alle ore 18.00. L’intera mostra sarà dedicata all’artista argentina Hyuro, recentemente scomparsa.

Gli artisti in mostra: Andreco (Italia,1978), Borondo (Spagna, 1989), Daniele Cabri (Italia, 1965), DEM (Italia, 1977), Oscar Dominguez (Argentina, 1970), Gola Hundun (Italia, 1982),Monika Grycko (Polonia, 1970), Chiara Lecca (Italia, 1978), Margherita Paoletti (Italia, 1990), Joseph Beuys (Germania, 1921-1985).

Quella che è stata ideata non è una mostra, o perlomeno non solo:«pensiamo – spiega la curatrice, Alessandra Carini – che non si possa prescindere dagli avvenimenti che tuttora, e sempre di più, attanagliano le nostre vite. Idealmente ci affidiamo a quella che, paradossalmente, potrebbe essere ciò che ci salverà: una magia, un gesto che contiene dentro di sé la speranza più genuina e primordiale».

L’opera d’arte e l’azione artistica, diventano così riti propiziatori e atti sciamanici, che richiamano gli Spiriti della Natura a protezione di questo mondo. Sotto l’influenza dell’artista-sciamano per eccellenza Joseph Beuys e prendendo spunto dalla Psicomagia di Alejandro Jodorowsky, è stato selezionato un gruppo di artiste e artisti che per gli organizzatori rappresentano al meglio questi concetti.

Le artiste e gli artisti selezionati hanno tutti un legame con il territorio, alcuni per aver operato direttamente nel tessuto rurale e urbano attraverso festival o performance, altri per aver preso parte a Equidistanze, residenze artistiche che si svolgono a pochi chilometri da Russi e coordinate dallo stesso team curatoriale. In tutte le loro ricerche ritroviamo quegli elementi alchemici che costituiscono il cuore di questo progetto.Andreco, Borondo, DEM e Gola Hundun sono artisti provenienti dalla street art, molto conosciuti a livello internazionale e impegnati in ricerche di carattere ambientale e storico. Oscar Dominguez, landartist, lavora con materiale organico che reperisce sul territorio; Chiara Lecca, rappresentata dalla galleria Fumagalli di

Milano, da anni focalizza la sua ricerca sulla relazione tra uomo e natura per farne emergere le contraddizioni; Grycko porta l’uso della ceramica al suo estremo con le sue creature zoomorfe, mentre Paoletti, con un linguaggio illustrativo estremamente contemporaneo attrae lo spettatore più giovane. Daniele Cabri, allievo di Cristobal Jodorowsky, da anni è impegnato nella ricerca di simboli e riti ancestrali.Joseph Beuys, artista tedesco famoso in tutto il mondo, con la sua Difesa della Natura è il seme dal quale questo percorso espositivo nasce e cresce.

Le opere saranno tutte site specific e comprenderanno installazioni indoor, performance (con conseguenti documentazioni video da inserire nel percorso), interventi che agiscono sull’edificio del palazzo, come nel caso di Oscar Dominguez che dialogherà con gli spazi del primo piano nel totale rispetto della storia dello stesso.

Palazzo San Giacomo rappresenta, per i russiani, un luogo di ricordi di infanzia, è il luogo dei concerti e delle persone festanti. È un luogo di identità e di memoria, di storia. Il Palazzo è un luogo di rifugio, tale fu durante la guerra e porta i segni dei combattenti canadesi. San Giacomo è un atelier d’arte, il ricordo di Mattia Moreni e le sue pennellate ancora oggi lo impreziosiscono. Con questo intento il Palazzo è stato oggetto, negli ultimi tre anni, di un importante progetto di restauro e risanamento di alcune stanze. Un intervento che ha voluto e dovuto essere delicato, armonico, in sintonia con il Palazzo e la Sua storia. Riaprirne le stanze alla cittadinanza, in un progetto che dovrà avere lungimiranza di visione e di respiro, rappresenta un momento di gratitudine per il lavoro svolto e di sfida per il futuro. Perché San Giacomo è anche questo, una sfida: nelle sue dimensioni, nella sua storia, nel suo essere intrinsecamente poliedrico. È con questo sguardo, amorevole e curioso, che ci riaffacciamo alle sue stanze. Speranzosi di poterne preservare il valore, intimamente convinti del fatto che San Giacomo saprà stupirci, ancora una volta.

L’inaugurazione della mostra avrà luogo sabato 18 giugno e terminerà la settimana dopo la storica Fira, fiera cittadina. La Fira di sett dulur (fiera dei sette dolori) è la fiera più antica di tutta la Romagna e richiama ogni anno migliaia di persone: le origini risalgono alla fine del XVI secolo e si svolge ogni anno la terza settimana del mese di settembre.

Per i tre mesi di apertura della mostra si prevedono vari eventi, come presentazioni, incontri con gli artisti, visite guidate. I giorni di apertura saranno il giovedì, venerdì e sabato.

Il catalogo – edito da: MAG | Magazzeno Art Gallery &Bonobolabo– verrà presentato nel mese di luglio, con i testi di: Valentina Palli (Sindaca Russi), Antonella Perazza (storica dell’arte), Nicola Montalbini (storico dell’arte), Alessandra Carini e Benedetta Pezzi. Traduzioni di Gabrielle Warr. Foto di Marco Parollo.

PALAZZO SAN GIACOMO

Il palazzo, che con la sua mole spicca nella campagna di Russi nei pressi del fiume Lamone, è quanto rimane del grandioso complesso architettonico che i conti Rasponi, casato nobiliare ravennate, costruirono a partire tra la seconda metà del Seicento e i primi decenni del Settecento come propria residenza estiva. Al centro di vaste tenute condotte a mezzadria, Palazzo San Giacomo si presentava allora come una piccola corte con la sua cappella e più fabbriche accessorie. Per oltre un secolo fu animato dalle feste e dalle rappresentazioni teatrali che i Rasponi offrivano ai loro ospiti prima di perdere il ruolo esclusivo di rappresentanza di una famiglia prestigiosa ed essere così progressivamente abbandonato a un’inevitabile decadenza. Divenuto proprietà del Comune di Russi nel 1977, il Palazzo è stato oggetto di numerosi interventi di restauro. Il più recente, conclusosi nel 2022 e finalizzato all’esercizio di attività museali, culturali e ricreative, si è articolato principalmente sulla realizzazione di un nuovo corpo scala di accesso al primo piano, sul restauro delle finiture interne, la pavimentazione degli ambienti interni e l’installazione di infissi.