La neoclassica villa “Il Prato” è meta della prossima visita guidata della Pro Loco Faenza, giovedì 16 giugno, con ritrovo alle 20 presso la sede Pro Loco (a piedi, per “passeggiando alla luce del tramonto”).

L’edificio, storica dimora dei Laderchi, famiglia faentina tra le più gloriose in età napoleonica e risorgimentale, si trova al termine della stradina laterale che si stacca da Via San Martino subito a fianco del Ponte “verde” sul Marzeno; siamo quindi a due passi dalla città ma in ambiente di campagna ancora magnificamente conservata, tra frutteti, campi ed orti, e a mezza via tra gli argini erbosi dell’«isola» del Lamone e le primissime ondulazioni collinari. Si arriverà alla villa camminando (mezz’ora circa dalla sede Pro Loco) sull’argine di destra idrografica del Lamone dal Ponte delle Grazie fino appunto alla confluenza del Marzeno nel Lamone.

La villa, visitabile grazie alla cortesia della famiglia Mammini che ne è proprietaria da oltre mezzo secolo, si presenta con linee neoclassiche semplici, impreziosite tuttavia da bassorilievi in terracotta eseguiti dai Ballanti Graziani su disegni di Felice Giani oggi conservati in Biblioteca Comunale a Forlì e che rappresentano divinità pagane, scene di lavori agricoli, di caccia (celebre quella con Saturno e il cinghiale) e di feste campestri. Il terreno fu acquistato da Achille Laderchi nel 1797, stesso anno dell’arrivo a Faenza dei francesi e della ventata rivoluzionaria di cui Laderchi era simpatizzante. Egli stesso progettò un parcogiardino-bosco contenente simboli allusivi agli ideali di uguaglianza, libertà e fratellanza; quest’area verde, per ragioni sconosciute, non fu mai realizzata (ne resta solo il disegno presso la Biblioteca Manfrediana a Faenza), al contrario dell’edificio, per il quale i Laderchi si rivolsero all’architetto Giovanni Antonio Antolini, anch’egli filo-giacobino, massone e progressista, ben noto a Faenza per l’impresa di Palazzo Milzetti e che appena un anno dopo applicherà i concetti paesaggistici de «Il Prato» nella Villa Rotonda di Castel Raniero, non a caso sempre dei Laderchi. Verso il 1830-40 la Villa Il Prato venne terminata da un altro architetto, non identificato ma di scuola riconducibile a Pietro Tomba.

Se l’ambiente interno più notevole resta la sala centrale ad ottagono (secondo una geometria tipica delle allegorie massoniche e più volte adottata dall’Antolini) che ancora conserva gli arredi originari, molto interessanti sono anche le altre stanze, con soffitti decorati, tutte sapientemente restaurate dalla famiglia Mammini. Inoltre una saletta mostra sulle pareti alcune tempere di Romolo Liverani con vedute scenografiche, in parte realistiche faentine e in parte visionarie.

Ritrovo alle ore 20.00 alla Pro Loco Voltone Molinella, a piedi. Consigliate scarpe comode per via dell’argine erboso sul fiume.

E’ richiesto un contributo di € 3 che sarà destinato a fini culturali della città.

Prenotazione obbligatoria, posti limitati.