Che il bando per l’escavo del Candiano presentasse alcune parti fondamentali mancanti, ci era già stato segnalato dai ben informati.
Tra queste “sviste” si annovera una cassa di colmata dove stoccare i fanghi del dragaggio.
A questa mancanza l’Autorità Portuale del Presidente Daniele Rossi ha tenterò di porre rimedio pubblicando un avviso per reperire un’area da 30.000 metri quadrati da adibire a cassa di colmata. Il motivo? Depositare i fanghi del dragaggio. Peccato che il relativo avviso sia stato annullato improvvisamente sabato scorso per poi essere ripubblicato nello stesso giorno senza l’indicazione della cassa di colmata e facendo passare la cifra dei mq necessari da 30.000 a 300.000!
Una modifica di non poco conto.
Mentre l’avvio dei dragaggi, cuore del progetto, slittato a primavera, l’AdSP pubblica e poi ritocca un bando per la ricerca di un’area retroportuale da 30mila mq. definita “indispensabile”.
Malgrado la celebrazione  ufficiale del finto avvio dei lavori dello scorso settembre, il cuore del progetto Hub da 235 milioni di euro, il dragaggio di quasi 5 milioni di metri cubi volto a portare i fondali del porto di Ravenna a -12,5 metri di profondità, non è ancora partito.
Le cause non sono chiare ed é altrettanto chiaro che il Presidente dell’Autorità Portuale Daniele Rossi deve su questo aspetto raccontare la verità, considerando anche il suo ruolo pubblico istituzionale.
Proprio qualche settimana fa, il gruppo consiliare La Pigna, Città-Forese-Lidi  ha messo a nudo la  finta inaugurazione dei lavori dell’escavo del porto,  rendendo pubblica la motivazione. Ovvero la mancanza fino a poco prima di Natale del “del necessario parere dell’organismo di certificazione, il Rina”
Pochi giorni dopo, viene alla luce che vi sono anche difficoltà  sulle autorizzazioni alla bonifica, cosa sottaciuta da Autorità Portuale e Comune di Ravenna.
Così risulta ancora mancante il parere definitivo di Arpae.
Il silenzio imbarazzante della stazione appaltante e alcuni recenti atti di quest’ultima, l’Autorità di Sistema Portuale, pone seri interrogativi.
Ma per tornare al’”affaire” cassa di colmata, abbiamo scoperto che sull’albo dell’Autorità Portuale di Ravenna è comparso un avviso per la “manifestazione di interesse per la ricerca di area idonea allo sviluppo dei progetti infrastrutturali dell’ente”.
Ed ecco  lo scopo dell’avviso: “Acquisire manifestazioni di interesse, in modo non vincolante, da parte di tutti i soggetti interessati alla cessione di un’area con i requisiti idonei”.
Idonei a cosa non è specificato, ma i requisiti vengono poco dopo elencati: “Vicinanza al porto di Ravenna; disponibilità tempestiva alla cessione; superficie di almeno 30.000 mq; accessibilità diretta alla viabilità; l’eventuale sussistenza di vincoli di carattere ambientale non deve costituire pregiudizio per la realizzazione dei progetti”.
Una dicitura quest’ultima che viene precisata poco oltre, laddove l’avviso invita gli interessati a specificare “l’ubicazione dell’area, identificativi catastali, allegando eventualmente visura, mappa e planimetria catastale oltre ad altre indicazioni utili comprese la presenza o l’assenza di costruzioni, strutture o vincoli, che possano influenzare la costruzione di una cassa di colmata”.
A tutto ciò si aggiunge un altro passaggio “inquietante”: sabato scorso, l’avviso è stato annullato  per poi essere ripubblicato identico in tutte le 4 pagine,  tranne per una lievissima (si fa per dire) modifica alla summenzionata dicitura.
Nella versione definitiva è sparito il riferimento alla cassa di colmata, sostituito da una locuzione ancor più generica del resto del bando.
Viene quindi alla luce ciò che diversi tecnici portuali ci avevano segnalato al momento della pubblicazione del bando per l’escavo del porto, vale a dire l’incertezza sulla destinazione dei fanghi di dragaggio. Una delle principali criticità dell’Hub.
Ma come é possibile che l’Autorità Portuale del  Presidente Daniele Rossi si  sia reso conto solo adesso di  questa  evidente  e mastodontica carenza progettuale?  Ora cerca di correre velocemente ai ripari acquisendo una nuova area da adibire a cassa di colmata.
Un episodio a dir poco singolare che ci porta a chiedere al Presidente Daniele Rossi come abbia fatto ad assegnare i lavori dell’escavo senza una soluzione per i fanghi, già individuata e pronta. Ovviamente, vi aspettiamo un chiarimento.