Un avvio di anno scolastico in sostanza positivo in Emilia-Romagna, con i primi lavori nelle 200 scuole – ma è un primo elenco – colpite dall’alluvione di maggio in Romagna e i primi costi per riparare i danni stimati in 18 milioni. Un inizio buono nonostante il calo di studenti (circa 4mila), l’aumento di certificazioni di disabilità, una previsione di riduzione dei dirigenti scolastici e futuri problemi per le scuole di collina e montagna. In totale i posti nella scuola, per il 2023-2024, saranno oltre 77mila: 61mila docenti, 13.824 personale Ata (tecnico amministrativo).

È la fotografia scattata dall’assessora alla Scuola, università, ricerca, agenda Digitale, Paola Salomoni, e dal direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Versari in merito alla ripresa dell’anno scolastico 2023/2024. Le informative sono state illustrate in commissione Cultura e formazione, presieduta da Francesca Marchetti.

La presidente Marchetti ha citato gli auguri del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha inaugurato l’anno scolastico per la prima volta in regione, a Forlì, evidenziando il ruolo dei docenti e del personale e dimostrando fiducia verso i ragazzi con “tenacia e resistenza”. Le relazioni “hanno recuperato la dimensione reale che è complessa, in una regione che ha tutti i puntini sulle i. Importanti sono il progetto kids sull’educazione motoria e la sollecitazione ad aprire un cantiere congiunto sulla disabilità. Serve anche una riflessione su integrazione e inclusione scolastica, congiunta con commissioni Parità e Salute. Sul dimensionamento delle scuole c’è una battaglia comune con le minoranze e dovremo trovare delle convergenze”.

PIANTA ORGANICA. L’assessora Salomoni ha sottolineato l’aiuto ai sindaci per ripristinare le strutture danneggiate. “Ieri in commissione Istruzione – ha continuato – è passata la pianta organica per il prossimo anno. Non ci sono spiegazioni, c’è solo una tabella a cui va dato il parere e l’Emilia-Romagna ha espresso parere negativo. Da tempo chiediamo al ministro un incontro per i contingenti, ma non abbiamo avuto alcun dialogo.

ALLUVIONE. “È in atto un monitoraggio degli edifici scolastici danneggiati e la stima dei danni sarà trasmessa al commissario Figliuolo. Un primo rilevamento è avvenuto nell’area colpita e il secondo, a inizio settembre, ha compreso Bologna, Modena, Mirandola, San Giovanni in Persiceto, Riccione e altre aree non inserite nel primo monitoraggio”. Secondo l’assessora, “nel primo rilevamento, i costi per adattare gli edifici (ripulitura, lavori di sistemazione) sono di circa 12 milioni, che diventano 18 se si aggiungono gli altri comuni. Questa è una ricognizione, il rimborso sarà fatto dal commissario. Poi ci sono le donazioni utilizzate per l’avvio anno scolastico”. Salomoni ha affermato che “il finanziamento del ministero alle scuole è stato impiegato solo per piccoli lavori. Un primo elenco indica 200 edifici di edilizia pubblica danneggiati. A Castel Bolognese e in altri edifici, sono state spostate le classi da un plesso all’altro, cosa che compromette i servizi delle scuole ospitanti – in alcuni casi sono state usate anche le mense come aule e i ragazzi mangiano in classe. In altri casi, si sono utilizzati circoli privati, come bocciofile, oppure ragazzi e ragazze sono stati spostati in altri comuni”.

I tempi di recupero “saranno lunghi. I lavori di somma urgenza – ha evidenziato l’assessora – sono partiti subiti, alcuni sono già finiti altri lo saranno nei prossimi due mesi. Ma altri non sono ancora iniziati a causa dei danni gravi. Servono finanziamenti e incontreremo il commissario per sapere quali possibilità ci sono. Altrimenti, ci rivolgeremo alle donazioni. A settembre 2024 contiamo di avere la situazione delle scuole come quella precedente all’alluvione”.

ANNO SCOLASTICO. Il direttore Versari è partito dall’alluvione ricordando come “le risorse impegnate dalle scuole, per interventi di edilizia leggera, non hanno superato alcune decine di migliaia di euro e le risorse assegnate sono servite per sostituire le dotazioni rovinate – ad esempio, l’Istituto superiore di istruzione industriale di Lugo aveva perso tutti i torni: costo di 4-500mila euro per ripristinare il laboratorio. Le risorse sono arrivate dall’amministrazione centrale a giugno, l’acquisto è avvenuto a luglio e il ripristino ad agosto”. Assegnati 8,5 milioni richiesti dalle scuole: 700mila euro sono andati alle paritarie e 7,8 milioni alle statali, per un totale di 120 plessi. La legge prevedeva la continuità didattica e potevano rientrare anche interventi per il recupero alla socializzazione per il superamento dei traumi subiti dai ragazzi.

STUDENTI. In totale gli studenti in regione sono 536.259. Il calo è di 4mila studenti: ce ne sono 5mila in meno nelle classi comuni, ma a questi vanno aggiunti mille ragazzi e ragazze certificati con disabilità (un numero in continuo aumento). “Da qui a 5 anni – ha scandito Versari – è attesa una riduzione di 40-50mila studenti in regione. Il calo, a livello nazionale, è esponenziale. Comunque l’Emilia-Romagna è la regione che perderà di meno. Il calo non sarà significativo nei centri urbani, ma in collina, montagna e aree interne. Ed è probabile che questo potrà essere destabilizzante. Serve la sensibilità di tutti per decidere dove destinare le risorse di organico che saranno assegnate – nel 2023-2024 le assegnazioni sono state pari a quelle del 2022-2023 con un incremento di 670 posti per il sostegno – anche se il legislatore potrà modificarle. Cosa faremo, a norma invariata, per la collina e la montagna? Ci sono stati assegnati 55.673 posti e quelli possiamo assegnare, non uno di più”.

Riguardo alle Istituzioni scolastiche, sono 533 i dirigenti, “ma è in previsione una riduzione. La legge di Bilancio – ha spiegato il direttore Versari – ne prevede 519 nel 2024 e 517 nel 2025. Non è una riduzione gravosa anche perché alcune realtà sono già sottodimensionate e non possono avere un dirigente scolastico. Noi gestiamo i dirigenti e docenti che ci vengono assegnati, le decisioni vengono prese in Conferenza Stato-Regioni. In base alla popolazione scolastica e al dato storico, chi in passato aveva più docenti riceve un contingente che è maggiore rispetto al nostro”.

Nella scuola secondaria di secondo grado, la nostra regione “si conferma come quella dove l’istruzione tecnica e professionale è superiore (56%) a quella dei licei (44%) al contrario di altre regioni. Serve una riflessione sull’orientamento, per far comprendere alle famiglie che non è il liceo che qualifica l’istruzione, ma il sapere e il saper fare”.

I dirigenti scolastici, ha continuato Versari “non mancano, abbiamo nominato tutti quelli che potevamo, tranne uno. Mi chiedono delle 54 reggenze? Sono fisiologiche. Ci sono dirigenti che sono distaccati, hanno impegni politici, svolgono dottorati o sono all’estero. La reggenza ci sarà sempre. Nel 2024 mi auguro ci sia il concorso per dirigenti scolastici e sarà a livello regionale. È meglio, perché si tende a restare in regione e non a chiedere il trasferimento”.

Ai 55mila docenti ripartiti dal ministero “si aggiungono 6.119 docenti autorizzati dall’Ufficio scolastico regionale, perché il dirigente può assegnare docenti di sostegno e collaboratori scolastici. Quest’anno ho autorizzato (nel 2011, erano 370) per il sostegno in deroga 6.119 unità, poiché sono aumentate le disabilità” ha scandito il direttore. I posti in totale nel 2023-2024 sono 61mila, a cui si aggiunge il personale Ata con 13.824. In totale, oltre 77mila posti”.

Capitolo supplenze. “In Emilia-Romagna – ha chiarito Versari – ci sono 13mila supplenze perché se i docenti autorizzati sono 6mila – ma non sono di ruolo – diventano supplenze. I 4mila posti di spezzone (più docenti per completare le ore di una materia) non sono di ruolo e li avremo sempre. Comunque siamo partiti bene e sono stati assunti circa 5mila professori in ruolo”.

Valentina Castaldini (Forza Italia) ha puntato sulla disabilità, “dove mancano insegnanti ed educatori. Bisogna riflettere sulle certificazioni e sulle risposte da dare alle famiglie. Sono soddisfatta per l’inizio dell’anno scolastico e per come è stato condotto: tutti i dirigenti sono nominati come il 90% dei docenti. Positive le risorse alle paritarie. Alcuni plessi segnalano criticità per viabilità e trasporti e locali agli sfollati. Dispersione scolastica e disagio: ci sono fondi non utilizzati. Il problema resta per gli alloggi e per i costi degli affitti, soprattutto a Bologna. Bene anche i 2,7 milioni di euro per le borse di studio dalla Regione, mi rallegro anche per il sostegno a chi sceglie i privati accreditati”.

Michele Facci (Lega) ha parlato di “quadro preoccupante. Il calo degli studenti è allarmante – meno 4.200 unità – ed è destinato ad aumentare. Va posta attenzione alle cause e i territori montani restano i più penalizzati. Serve un cambio di passo verso l’istruzione in montagna. C’è poi l’aumento di studenti con disabilità: rappresentano lo 0,8% dei 4mila, ma dall’altro lato c’è l’aumento del 4,5% rispetto al 2022. Riguardo agli insegnanti di sostegno, su 9mila supplenze 5mila sono di sostegno e vanno quindi aumentate le risorse. Infine, si devono migliorare le condizioni di permanenza per i docenti che vengono a insegnare qui”.

Marco Mastacchi (Rete Civica) ha affermato: “Condivido l’analisi di Versari e l’approccio di salvaguardia dei territori più fragili. Dobbiamo anche interrogarci sull’aumento degli alunni con disabilità. Sollecito la commissione a prendere spunto da questa giornata per aprire un cantiere sulle prospettive dei prossimi anni”.

Silvia Zamboni (Europa Verde) ha richiamato l’attenzione “sull’incremento delle certificazioni di disabilità e sul calo della popolazione scolastica. In difficoltà ci sono aree interne, collina e montagna e serve un occhio di riguardo”. La consigliera ha poi chiesto quali siano i tipi di disabilità e se è confermata la richiesta di supporto psicologico nelle scuole, aumentata dopo la pandemia.

Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) ha detto che “i 4.200 studenti in meno rispetto al 2022 sono la conferma della diminuzione delle fasce più giovani della popolazione. Il calo dei dirigenti non penso sia un buon segnale, perché va ad appesantire la situazione di alcune province, in particolare in Romagna. Riguardo all’immigrazione, servono interventi e percorsi di integrazione, senza dimenticare l’aumento dei minori non accompagnati”.

Marilena Pillati (Partito democratico) ha messo in evidenza che “le questioni poste vanno approfondite, come il tema l’orientamento. Versari ha detto che alcuni percorsi liceali non conducono con successo a un’istruzione terziaria e al mondo del lavoro. Il calo degli studenti è una conseguenza del calo demografico e portarli al successo formativo deve essere un tema su cui riflettere come politici. Già dieci anni fa i numeri della disabilità erano in aumento. Le risorse nel tempo sono state incrementate. C’è una responsabilità dello Stato per i docenti di sostegno. Quest’anno ci sono più risorse dalla Regione per accompagnare la transizione verso il mondo del lavoro”.

Andrea Liverani (Lega)  ha chiesto di conoscere quali scuole sono chiuse, a causa dell’alluvione, e i tempi delle riaperture.

FORMAZIONE E ISTRUZIONE PROFESSIONALE “Un anno positivo – ha spiegato la giunta – con 189 percorsi, 2 in più rispetto a 2022. Si è avuto l’avvio in deroga su 3 percorsi anche in aree interne: Basso Ferrarese, Area Stami a Novafeltria, operatore informatico a Comacchio e uno a Bologna per operatore edile a Bologna. Gli iscritti sono 3.803 e sono in crescita. Chi ha diploma di qualifica può accedere a 74 percorsi Sts. Ai percorsi personalizzati sono iscritti 186 studenti, con presidi sul territorio. È stato, poi, valorizzato l’apprendistato, come strumento di contrasto alla dispersione scolastica, recuperando chi è uscito da scuola senza qualifica”.

L’assessora Salomoni ha replicato che “un fattore politico da considerare è il calo demografico, anche per il dialogo con il ministero sui tagli. Noi abbiamo fatto ricorso alla Consulta, perché l’Emilia-Romagna dovrebbe tagliare più di altre regioni limitrofe senza considerare il principio di proporzionalità”.