I finanzieri del Gruppo di Ravenna con i funzionari dell’Ufficio delle Dogane, nell’ambito delle indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno dato corso nelle primissime ore della mattina di mercoledì a un’operazione che ha portato all’identificazione di un sodalizio criminale dedito al furto di carburante da un noto deposito ravennate e alla successiva commercializzazione dello stesso attraverso canali non ufficiali. L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ravenna, ha consentito di rilevare come, attraverso l’elusione dei presidi di controllo interno della società volti ad evitare l’illecita sottrazione di prodotto, gli indagati riuscivano a rifornire le autocisterne di un quantitativo di carburante maggiore di quello dichiarato nei documenti fiscali, alterando anche i sistemi di misurazione del peso del mezzo.
Quest’ultimo, condotto da un trasportatore compiacente, giungeva infatti presso i distributori stradali che avevano quindi la possibilità di vendere il medesimo carburante in completa evasione di imposta, poiché sottratto anche all’accisa, ossia un’imposta che grava specificamente sui prodotti energetici. Si tratta di un tipo di frode che, pertanto, presenta molteplici profili di convenienza, soprattutto alla luce del progressivo rincaro che ha interessato il carburante ed è in grado di procurare significative distorsioni della leale concorrenza tra gli operatori del settore. Rilevante anche l’entità dei profitti ritratti dagli indagati, se si pensa che dalle perquisizioni domiciliari subito eseguite sono stati reperiti oltre 140 mila euro in contanti, stimandosi allo stato un giro d’affari che, se protratto nel tempo, avrebbe fruttato introiti milionari.
Alla luce delle evidenze emerse, suffragate anche dai dati ottenuti con la collaborazione della società danneggiata, i soggetti indagati sono stati tratti in arresto e si è proceduto al sequestro non solo dei 4000 litri di carburante trafugati nella mattinata e delle autocisterne utilizzate, ma anche di un distributore stradale, nei cui confronti sono stati svolti ulteriori riscontri tecnici. L’operazione delle Fiamme Gialle ravennati e dei funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Ravenna conferma i massimi livelli di attenzione prestati a tutela di ogni forma di illecito in danno degli interessi erariali, ma anche dei comportamenti che arrecano gravi alterazioni a una leale e sana concorrenza del mercato, pregiudicando le aspettative degli operatori economici onesti e dei consumatori.