Un’alleanza tra mondo della ricerca e imprese per spingere sull’innovazione e la qualificazione del sistema produttivo emiliano-romagnolo,  con una particolare attenzione ai temi dell’economia circolare, dei cambiamenti climatici e della transizione digitale.

Sono 105 i progetti di ricerca industriale strategica finanziati dalla Regione con 52 milioni di euro. Risorse che movimentano un investimento complessivo di oltre 73 milioni 800 mila euro, considerando anche il cofinanziamento da parte dei beneficiari.

Progetti promossi da laboratori accreditati alla Rete Alta Tecnologia, università, centri di ricerca pubblici e privati, in stretta collaborazione con le imprese interessate allo sfruttamento e all’industrializzazione dei risultati.

Diversi i settori coinvolti, in linea con gli obiettivi della Strategia regionale di specializzazione intelligente 2021-2027: innovazione dei materiali, mobilità e motoristica sostenibile e innovativa; clima e risorse naturali; manifattura 4.0; energia pulita, sicura e accessibile; intelligenza artificiale e big data. Ma anche salute; patrimonio territoriale, culturale e identità regionale; città e comunità del futuro.

“La ricerca applicata è un motore importante di innovazione e con questo bando finanziamo progetti in settori strategici, i cui risultati potranno essere incorporati nei processi produttivi e diffusi a beneficio di tutte le filiere regionali.  Per costruire uno sviluppo sostenibile e ad alto valore aggiunto, creare nuova e buona occupazione, migliorare la vita delle persone – hanno sottolineato  gli assessori allo Sviluppo economico, lavoro, formazione, green economy, relazioni internazionali Vincenzo Colla e all’Università, ricerca e agenda digitale Paola Salomoni – . Lo possiamo fare anche grazie a un ecosistema dell’innovazione e a un tessuto imprenditoriale senza uguali, come dimostra  anche il valore dei progetti presentati che ci ha spinto a raddoppiare le risorse inizialmente previste, portandole da 25 a 52 milioni di euro, così da poter finanziare tutte le proposte ammesse”.

“Un investimento importante  – concludono gli Assessori regionali – per sostenere la collaborazione tra centri di ricerca, laboratori, università, imprese. E rispondere insieme alle grandi sfide che abbiamo di fronte, a partire da quelle della transizione ecologica e digitale”.

Una rete estesa di laboratori e imprese

Promuovere progetti di ricerca industriale strategici  e trasferirne i risultati scientifici e tecnologici al sistema delle imprese. Questo in sintesi l’obiettivo del “Bando per progetti di ricerca industriale strategica rivolti agli ambiti prioritari della Strategia di specializzazione intelligente  uscito nel marzo scorso e che prevedeva uno stanziamento inziale di 25 milioni di euro.

Estesa la rete di imprese e centri di ricerca coinvolti. I progetti infatti sono stati proposti da raggruppamenti che vanno da un minimo di tre ad un massimo di cinque laboratori, di cui almeno due accreditati alla Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna. Mentre sono almeno due le imprese coinvolte nell’ accordo di collaborazione che ogni beneficiario ha stipulato per ciascun progetto. Le aziende dovranno partecipare attivamente alle diverse fasi del progetto, verificare e dimostrare le tecnologie introdotte,  godendo dell’accesso sperimentale ai risultati da diffondere ad altre imprese interessate, anche con il supporto dei Clust-ER e della rete dei Tecnopoli.

La Strategia di specializzazione intelligente

La Strategia S3 2021-2027 è lo strumento con cui Regioni e Paesi membri dell’Unione europea individuano obiettivi e priorità per gli investimenti in ricerca e innovazione, puntando a concentrare le risorse sugli ambiti caratteristici di ogni territorio.  La Strategia di specializzazione intelligente della Regione Emilia-Romagna – alla base degli interventi del Programma regionale Fesr 2021-2027 per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione – individua 15 ambiti tematici prioritari e 8 aree di specializzazione strategica: agroalimentare, edilizia e costruzioni, meccatronica e motoristica, industrie della salute e del benessere, industrie culturali e creative, innovazione nei servizi, digitale e logistica, energia e sviluppo sostenibile, turismo. A queste si aggiungono due nuove aree ad alto potenziale di sviluppo: la space economy e il settore delle grandi infrastrutture critiche o complesse, in coerenza con il piano delle attività produttive e ricerca industriale approvato in Assemblea legislativa.