La Rete Scuole di Musica Unita, assieme ad altre analoghe realtà regionali (Assonanza, Anbima ed Aerco), in rappresentanza di oltre 700 realtà musicali presenti sul territorio regionale – scuole di musica e cori – ha inviato nei giorni scorsi una lettera aperta al presidente della Regione, Stefano Bonaccini, data la particolare situazione critica. Il sistema delle scuole di musica della Regione Emilia-Romagna è formato da oltre 470 scuole con 40.000 allievi e 3.500 docenti. “Nel 2020 – si legge nella lettera – la mancata fatturazione è stimata in alcuni milioni di euro e purtroppo le politiche di distribuzione dei ristori non ci hanno incluso nonostante la richiesta inviata nell’aprile del 2020”.

 “Le scuole di musica, i cori e le bande sono una realtà diffusa capillarmente su tutto il territorio regionale – si legge nella lettera – e offrono un servizio educativo e una funzione socializzante preziosissima” Dopo aver evidenziato l’importante ruolo di sussidiarietà che le scuole di musica hanno rispetto alla Scuola Pubblica, e la tradizione corale mantenuta viva dagli oltre 230 cori presenti in regione, la lettera sottolinea che da un anno a questa parte, come la stragrande maggioranza dei cittadini, anche i lavoratori di queste strutture musicali soffrono le conseguenze economiche e psicologiche della pandemia; e puntualizza in particolare: “ad aggravare questa sofferenza c’è una fondamentale e annosa mancanza di riconoscimento normativo di questo settore, ora disastrosamente evidenziata. Ad oggi, nessuno dei documenti emanati circa le restrizioni o il consenso all’esercizio delle attività, cita esplicitamente o correttamente le scuole di musica territoriali (siano esse in forma associativa, civiche o private) o la loro effettiva attività che non è attinente a quella dei corsi di formazione o dei centri socio-ricreativi. La dicotomia tra le Scuole Pubbliche, come i Conservatori o i Licei Musicali garantiti finanziariamente dallo Stato, e le Scuole di Musica è ancora più evidente in quanto la sostenibilità economica di queste ultime dipende direttamente dalla frequenza di una libera utenza”.

 Per tutte queste ragioni, le realtà firmatarie evidenziano in particolare tre punti, che “dovrebbero essere ammessi ai tavoli di lavoro regionali della cultura e della scuola.

  1. Destinare risorse economiche adeguate a tutelare i lavoratori di tutte le tipologie contrattuali presenti nelle scuole di musica, i direttori dei cori e delle bande, e considerare contributi per le famiglie frequentanti i corsi musicali, come è già stato fatto per lo sport. Chiediamo di annoverare la nostra categoria di gestori delle scuole tra quelle contemplate per i sostegni. Siamo imprenditori a tutti gli effetti.
  2. Inserire i docenti e il personale delle scuole di musica, dei cori e delle bande nel piano vaccinale affinché possano accedere al vaccino alla stregua degli altri docenti del settore pubblico e privato, come già richiesto con lettera inviata il 10/03/2021;
  3. Riconoscere che le attività delle scuole di musica sono attività a carattere laboratoriale al pari delle stesse organizzate dagli AFAM, dai Licei artistici e musicali, dalle scuole secondarie di primo grado ad indirizzo musicale e dai Conservatori.
    Senza una disciplina in merito, si crea discriminazione sia per i lavoratori che per gli utenti. Facciamo presente che la confinante Regione Toscana ha permesso la prosecuzione delle attività corsistiche individuali anche in zona rossa e ha già avviato la vaccinazione dei docenti delle scuole di musica”.