Oggi entrano in vigore le limitazioni dovute al peggioramento della qualità dell’aria. Dal primo ottobre si era già entrati nuovamente in quella fase di monitoraggio che durerà sino al 30 aprile. Per Ravenna e la Romagna questo però è il primo bollettino a decretare una previsione di sforamenti del livello ammesso delle polveri sottili che comporta l’introduzione di vincoli più stringenti di quelli abituali. La parte emiliana della regione c’era già caduta. Purtroppo di queste limitazioni non frega più niente a nessuno: “dalle 8.30 alle 18.30 lo stop alla circolazione di tutti i veicoli diesel euro 4 (si aggiunge allo stop alla circolazione di tutti i veicoli diesel inferiori all’euro 4, di quelli a benzina fino all’euro 2 compreso, di quelli a metano-benzina e Gpl-benzina fino all’euro 1 compreso, dei ciclomotori e motocicli fino all’euro 1 compreso); divieto di sosta con motore acceso per tutti i veicoli; divieto di combustione all’aperto (residui vegetali, falò, barbecue, fuochi d’artificio ecc.); divieto di spandimento di liquami zootecnici senza tecniche ecosostenibili”.

Saranno in vigore da oggi fino a lunedì ma non fa notizia. Non c’è allarme. Eppure dovrebbe, poiché la causa prima a cui è normalmente addebitato l’aumento del rischio di superamento dei limiti per le polveri sottili, entrando nelle stagioni più fredde, è rappresentata dal riscaldamento degli edifici. Quest’anno, però, causa l’innalzamento delle temperature nessuno sta bruciando combustibili fossili per riscaldarsi nel ravennate. Dunque il bollettino non fa altro che certificare che viviamo immersi nel PM10 normalmente, causa traffico ed emissioni industriali/portuali. Tutto prevalentemente basato su energie fossili. Giovedì, infatti, sia la stazione di rilevamento di via Zalamella che quella di Porto San Vitale segnalavano il superamento del livello massimo consentito nella concentrazione giornaliera di PM10 (50 µg/m3). Dall’inizio dell’anno questo è avvenuto 24 volte in città e 37 al porto.

La qualità dell’aria si rapporta direttamente alla nostra salute. Si deve considerare che per ogni incremento di 10 µg/m3 di PM10 il rischio di cancro del polmone aumenta del 22%, un incremento che arriva al 51% se si considerano solo gli adenocarcinomi. E tutto questo è indipendente dal superamento dei fatidici 50 µg/m3 di PM10 per giorno: si sono infatti registrati incrementi dei casi di tumore al polmone in gruppi di controllo comunque esposti a questo tipo di inquinamento benché non venissero superati i limiti massimi di legge.

La pessima qualità dell’aria che respiriamo colloca Ravenna tra le 100 città europee con più morti per smog. Come Ravenna in Comune non ci stancheremo di mettere in rilievo che dovrebbe essere sensibilità dell’Amministrazione Comunale dare la giusta priorità alla soluzione di questa problematica. Ne va della salute nostra e dei nostri figli e chi ancora scorre avanti distrattamente quando legge questo tipo di notizie farebbe invece bene ad aiutarci a fare cambiare atteggiamento a Sindaco & co. Non ci sembra infatti che sia intervenuto nemmeno in minima parte quel cambio di passo annunciato dal Sindaco al momento della dichiarazione di emergenza climatica. Non c’è rimasto più molto tempo per cambiare aria. O si accelera drasticamente la conversione verso l’impiego di energie rinnovabili sbarazzandoci di gas, petrolio, carbone e simili o sarà il nostro territorio a sbarazzarsi di noi. Evidentemente l’approvazione del nuovo rigassificatore da parte della conferenza dei servizi è un altro passo nella direzione sbagliata e il fatto che de Pascale gioisca per questo significa che il cambio di passo a cui pensava era quello del gambero.