“Ai primi di luglio Ravenna in Comune aveva chiesto al Sindaco di Ravenna «di non aumentare anche il costo del trasporto pubblico». Le motivazioni non mancano. L’inflazione galoppa: a luglio segnava un “bel” +6,3%, la città più cara in Regione assieme a Bologna, dodicesima in Italia. Già adesso l’aumento annuo per famiglia media equivale ad oltre millecinquecento euro aggiuntivi. Niente da fare. Dopo aver aumentato tutte le tasse che poteva, ora incrementa anche il biglietto dell’autobus. Da venerdì prossimo, 1° settembre, arriverà ad 1 euro e mezzo per quello base, da una zona, ed aumenterà di 2 euro il costo del corrispondente carnet da 10 biglietti. E di pari passo aumenteranno tutti gli altri titoli di viaggio, abbonamenti compresi.

Quella che non aumenta è la qualità del servizio. E non certo per responsabilità dei lavoratori del settore. Sul sito di START continua a far bella mostra di sé il link alle corse giornalmente non garantite. Su via Trieste gli autobus hanno smesso di passare e non è dato sapere quando riprenderà la funzionalità per fermate strategiche come quelle tra il Pala de André e via Fiume. Il traghetto tra Marina di Ravenna e Porto Corsini, quando non è rotto o non vede interrotto l’attraversamento, accumula ritardi e code. Sono solo alcuni esempi presi a caso.

Il servizio di trasporto pubblico è e dovrebbe restare centrale tra i servizi pubblici promossi dall’Amministrazione Comunale. Se si aumenta il biglietto significa che il centrosinistra ha assunto la decisione politica di gravare su vaste fasce della popolazione. Si tratta spesso di fasce di lavoratori a basso reddito ma si sono aggiunte tutte le famiglie che hanno perso l’auto con l’alluvione e non sono state in grado di sostituirla. Nella scorsa Consigliatura de Pascale si era impegnato, nell’ambito del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, a muoversi verso l’obiettivo del trasporto pubblico gratuito ad emissioni zero. Solo a questa condizione ottenne l’assenso di Ravenna in Comune all’approvazione dello strumento di pianificazione ora in fase di aggiornamento. La decisione di andare in senso opposto appena assunta contraddice l’impegno e caratterizza una volta in più la politica del centrosinistra ravennate come identica a quella del centrodestra nazionale: meno servizi pubblici, di minor qualità e di maggior costo. È la coerente conclusione ravennate dell’estate “militante” proclamata dal PD in salsa Schlein…”

 

Ravenna in Comune