Dalle suggestioni americane che dominano il cartellone di questa edizione, Ravenna Festival torna a volgere lo sguardo al cuore della vecchia Europa o, meglio, al cuore stesso della musica, a quel nucleo irrinunciabile, fondamentale, a cui tutto il passato sembra tendere e dal quale tutto il futuro scaturisce: insomma, Bach e Mozart. Sono infatti questi gli autori scelti da David Fray per il concerto che lo vedrà protagonista assoluto martedì 26 giugno sul palcoscenico del Teatro Alighieri, alle ore 21. Protagonista assoluto perché il pianista francese torna a Ravenna per la prima volta anche in veste di direttore d’orchestra, che non dal podio ma sedendo alla tastiera guiderà l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” attraverso alcune delle più straordinarie pagine per pianoforte e orchestra appunto di Johann Sebastian Bach e di Wolfgang Amadeus Mozart.

Certo, non c’è interprete che non si senta attratto dalla grandezza delle loro composizioni e che, al tempo stesso, non senta la grande responsabilità di avvicinarle. Ma si tratta di una sfida a cui il pianista francese, avvezzo alle più prestigiose sale da concerto e alle collaborazioni con le grandi orchestre internazionali, non si è mai sottratto, con acume e determinazione fin dagli esordi della carriera – se il suo ultimo cd è dedicato a Chopin, tra le sue prime prove discografiche spiccano proprio questi autori.

Una sfida con cui Fray continua a misurarsi e che propone al pubblico del Festival in una serata che si aprirà con due Concerti per pianoforte e archi di Bach: prima quello in re minore BWV 1052, poi quello in la maggiore BWV 1055. Opere che, come tutti i sette Concerti per clavicembalo (BWV 1052-1059, che ci sono pervenuti in un manoscritto autografo oggi a Berlino e databile al 1738 o al 1739) sono ritenuti rielaborazioni di concerti originariamente concepiti per altri strumenti e composti da Bach negli anni di Weimar (1708-1717) o di Cöthen (1718-1723). Tra l’altro, si tratta di opere che nella storia del genere del concerto per tastiera rivestono un ruolo decisivo, essendo con buona probabilità non solo i primi lavori di questo tipo, ma anche quelli da cui nasce l’impulso alla produzione successiva, in particolare quella dei figli di Bach che in gioventù ebbero certo modo di suonare le musiche del padre.
In ogni caso, per nessuno dei due Concerti in programma si può contare sulla versione originale: se per il Concerto in re minore BWV 1052, sulla base della configurazione della linea solistica, si può ipotizzare la derivazione da un concerto per violino andato perduto, per quello in la maggiore BWV 1055 l’ipotesi più accreditata è che si tratti di una trascrizione da un concerto, anch’esso perduto, per oboe d’amore o per viola d’amore. Costruito intorno a un registro espressivo severo, scuro e introspettivo il primo, più leggero e vivace, quasi “galante” il secondo, in entrambi spira l’eco di Vivaldi dal quale Bach inizia ad assimilare il modello del concerto italiano fin dagli anni di Weimar, e non solo per l’articolazione in tre movimenti, ma per la vigoria ritmica dei ritornelli, che comunque viene immersa e sfumata in un discorso dall’inconfondibile trama contrappuntistica “bachiana”.

Di Mozart, invece, David Fray ha scelto di interpretare e dirigere il Concerto per pianoforte e orchestra n. 24 in do minore KV 491. Eseguito per la prima volta dallo stesso compositore nell’aprile del 1786 al Burgtheater di Vienna, culmine del “racconto” pianistico che il compositore aveva intrapreso con una vera e propria serie di concerti dall’arrivo nella capitale austriaca, due anni prima, nel 1784. Insieme al KV 466, è l’unico concerto in tonalità minore e anche quello che prevede in orchestra l’organico più ampio (comprende, oltre agli archi, flauto, due oboi, due clarinetti, due fagotti, due corni, due trombe e timpani). Ed è anche il più straordinario: tragico e fatale, demoniaco forse, raffinato e ammaliante nel Larghetto centrale, testimone di una battaglia interiore che non può risolversi se non nella intraducibile tensione del gesto musicale.
Il concerto è reso possibile grazie al contributo di CNA Territoriale di Ravenna in collaborazione con Arco Lavori.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org  
Biglietti: da 12 euro (ridotti 10) a 30 euro (ridotti 26)
I giovani al festival’: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni e universitari, 50% tariffe ridotte.
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26 giugno
Teatro Alighieri ore 21
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
David Fray direttore e pianista
Johann Sebastian Bach
Concerto per pianoforte e archi in re minore BWV 1052
Concerto per pianoforte e archi in la maggiore BWV 1055
Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto per pianoforte e orchestra n. 24 in do minore K 491
Bach e Mozart. Personalità e biografie lontanissime, universi conchiusi in se stessi, in quanto capaci in ogni pagina di toccare vertici artistici assoluti e inarrivabili. Eppure legati dal filo sottile del tempo: le rigorose trascrizioni per tastiera di Bach – il BWV 1052 derivante da un concerto per violino andato perduto come quello per oboe d’amore da cui prende origine il BWV 1055 – sono destinate ai figli, Christian ed Emanuel, a loro volta protagonisti di quella sensibilità che Mozart trasfigurerà nella profondità drammatica e nella disarmante tinta fatale dei suoi concerti viennesi, tra cui il K 491. Non c’è interprete che nella grandezza di queste opere non senta la responsabilità di avvicinarle: una sfida con cui il pianista francese David Fray si misura con acume e determinazione fin dagli esordi della carriera.