Domani, in consiglio comunale, convocato per le ore 16.00, il problema “piscina comunale” arriva alla resa dei conti. Si dovrà infatti decidere se il progetto presentato dalla giunta comunale – che significa demolire l’attuale impianto e ricostruircene sopra uno nuovo al costo di 15,2 milioni in 25 anni per le casse della comunità ravennate – debba essere inserito o no nel programma triennale 2019-2021 dei lavori pubblici e nell’elenco degli interventi da realizzare quest’anno.

“Lista per Ravenna si è opposta aspramente al progetto, contestando innanzitutto che si debba abbattere una piscina funzionante senza che ce ne sia un’altra, così procurando un’interruzione a tempo indeterminato del servizio natatorio pubblico, ma anche una serie di punti e di fatti che ci portano a definire “scellerata” l’intera operazione, al cui interno non mancano peraltro le questioni che, se non risolte, possono interessare la Magistratura.

Il giorno per mettere alle corde il PD, a cui va totalmente ricondotta la strategia di tale operazione, è dunque domani, unico ed ultimo momento in cui il consiglio comunale potrà far valere le ragioni della città, dimostratasi essa stessa ampiamente contraria”.

A tale scopo, il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, ha appena depositato sette emendamenti che, dovendo essere sottoposti uno per uno al voto del Consiglio, “metteranno a nudo le reali volontà delle forze politiche di maggioranza”.

  1. Il primo chiede di non inserire il progetto nelle opere da realizzare nel 2019, in modo da dar tempo agli indispensabili ripensamenti.
  2. Il secondo esclude che il Comune, rilasciando una fideiussione da 6 milioni alla coop. AR.CO, concessionaria dell’intervento, rischi di fronteggiare coi soldi pubblici gli eventuali problemi finanziari o societari della cooperativa che si manifestassero in corso d’opera, magari con la piscina attuale buttata giù senza che ce ne sia un’altra.

Gli altri impegnano invece il sindaco, nel caso che la maggioranza del consiglio comunale approvi comunque il “suo” progetto, contro tutte le forze d’opposizione:

  1. a disporre un’indagine interna che faccia chiarezza totale su come è stata gestita o mal gestita la piscina pubblica di Ravenna nel corso dell’appalto 2014-2018, nonché sui relativi danni che ne sono conseguiti alla comunità ravennate, rendendone conto al consiglio comunale;
  2. a rettificare, in corso di sviluppo del progetto, il reale minor peso finanziario a carico del bilancio comunale sulla base di quanto introitabile, a seguito dell’inadeguata gestione e/o vigilanza dell’attuale impianto natatorio nel corso dell’appalto 2014-2018, esercitando le dovute azioni risarcitorie a carico dei soggetti responsabili;
  3. a sospendere ogni successiva azione volta a dar corso all’intervento in oggetto, fino a che non sia assicurata alla cittadinanza la continuità del servizio pubblico in oggetto;
  4. ad avviare, in coordinamento con le competenti commissioni consiliari, una consultazione con le comunità, le società sportive e gli enti di promozione del territorio impegnati nelle attività natatorie, affinché si concerti insieme a loro una soluzione impiantistica che scongiuri l’interruzione del servizio pubblico, al contempo assicurando che i costi delle corsie e dei biglietti d’ingresso alla piscina siano contenuti con tariffe di mercato sulla base dei costi medi delle tariffe di altre piscine poste nello stesso contesto della piscina ravennate;
  5. a far sì che qualunque progetto di nuova piscina sia preventivamente sottoposto agli organi competenti FIN, CONI e FIPSAS, per i necessari nulla osta ed omologazioni alle gare nazionali ed internazionali.

Gli ultimi due emendamenti si rifanno al documento pubblicato sabato scorso dalle società sportive Endas, Libertas, Rinascita Nuoto Team Romagna, Ravenna Pallanuoto, Romagna Triathlon, Gypsy Diver, Blu Atlantis, Acquatic Team, Nuotatori Ravennati, Triathlon Team Ravenna.