A qualche giorno dall’alluvione che ha colpito parte dei nostri territori, l’Ordine degli Architetti pone una riflessione sull’uso del suolo e sul cambiamento climatico.

Temi che solo negli ultimi anni si stanno affrontando con l’agenda 2030, alla quale i nuovi PUG stanno faticosamente cercando di adeguarsi.

La provincia di Ravenna è considerata bandiera nera per il consumo di suolo: non bastano le vasche di laminazione per sopperire alla poca permeabilità del suolo; e nemmeno le paratie, che ultimamente vengono richieste nelle città a rischio di tenuta fognaria, possono affrontare tali allagamenti.

Gli argini dei fiumi sempre meno monitorati devono essere ripuliti e manutentati con continuità, e le tane devono essere controllate.

Siamo in un territorio fragile, da secoli in lotta con l’acqua e i fiumi: e le zone umide, recuperate con grandi opere di bonifica, necessitano di controlli idrogeologici costanti, anche perché la subsidenza non si è mai fermata.

Nel corso degli anni i tombamenti, il cattivo uso delle aree di golena, la speculazione che ha edificato troppo in prossimità delle aree di vincolo dell’argine, sono temi fondamentali che oggi il nuovo PUG prende in considerazione identificando aree alluvionabili o casse di colmata in caso di piena dei fiumi, punti in cui si possono rompere strategicamente gli argini per non rischiare che l’acqua arrivi nei centri abitati.

Il tema va poi esteso al cambiamento climatico, sul quale è ormai dimostrata la parte di nostra responsabilità; e alla cura del suolo, da quello ancora naturale, a quello coltivato, a quello che continua ad essere sottratto.

Dobbiamo aprirci ad una consapevolezza, responsabilità ed atteggiamento culturale che devono portarci tutti ad agire più virtuosamente.

Professionisti e cittadini, assieme alla Pubblica Amministrazione, devono tornare a sensibilizzarsi ed a collaborare su tutti i temi dell’ambiente e del territorio, partecipando attivamente alle scelte che si stanno facendo per il prossimo futuro per evitare che questi fenomeni accadano ancora.

Prendere coscienza ed attivarsi è un diritto ma soprattutto un dovere di sopravvivenza.