26/03/2018 – “L’accoglienza di un bambino: un’esperienza da cui nasce un legame“ è il titolo dell’incontro in programma domani – martedì 27 marzo – , alle ore 20.30, al Centro per le Famiglie, in via degli Insorti 2 a Faenza. È il secondo appuntamento del ciclo di incontri sull’affidamento famigliare, organizzato dal Centro per le Famiglie dell’Unione della Romagna Faentina. Adele Tellarini, neuropsichiatra infantile e responsabile della Casa di accoglienza San Giuseppe e Santa Rita, illustrerà come l’affidamento famigliare si rivolga a tutti i minori. Si può, infatti, essere piccoli o essere già “grandi”, ma avere comunque bisogno di relazioni affettive stabili e di una famiglia su cui poter contare quando ci sono delle difficoltà personali e famigliari da affrontare. L’affidamento familiare è un intervento temporaneo di aiuto e sostegno a un minore e alla sua famiglia, che si trova a vivere una situazione di difficoltà. È regolamentato da una legge nazionale del 1983, poi modificata nel 2001, e da una direttiva del 2011 della Regione Emilia Romagna. Anche nel nostro territorio ci sono bambini che hanno bisogno di essere accolti da famiglie disponibili ad accompagnarli e sostenerli per un certo periodo della loro vita. L’affidamento familiare è una scelta per aiutare un’altra famiglia a crescere il proprio bambino. Esistono varie forme e modi di praticare l’affido, a seconda della situazione del minore e delle capacità educative e di cura dei genitori di origine. L’affido può essere residenziale, quando il bambino trascorre un periodo della sua vita presso la famiglia affidataria, pur rimanendo il rapporto con la propria famiglia; può essere diurno quando il bambino frequenta la famiglia affidataria solo durante il giorno o una parte della giornata o per alcuni momenti nella settimana. Possono diventare affidatari sia coppie, con o senza figli, sia persone singole.