“Saracinesche abbassate, vetrine oscurate, ingressi sbarrati, tavolini impilati, sedie accatastate queste sono le immagini che siamo oramai abituati a vedere da un anno a questa parte.
I dati non ce li inventiamo, nel settore turistico/ristorazione a settembre del 2020 chiudevano 90mila imprese e 600 mila arrancavano con grande fatica mentre a fine anno erano 390 mila le imprese del commercio non alimentare chiuse.
Il tutto sotto lo sguardo di uno Stato incompetente che continua a tenere chiusi i battenti di tante attività  e che continua a prenderci in giro elemosinando pochi spiccioli spacciati per ristori.
Ieri siamo scesi in piazza: lavoratori dipendenti, partire Iva, imprenditori, commercianti, titolari di palestre, ristoratori, agenti di viaggio, lavoratori dello spettacolo e del teatro, ragazzi in dad; tante facce con un’unica sola richiesta: essere liberi di vivere, studiare e lavorare.
Vorrebbero che fossimo silenziosi e, sempre in silenzio, abbassassimo le saracinesche e rimanessimo fermi ad aspettare un nuovo decreto, una cassa integrazione che tarda ad arrivare, un ristoro di pochi spiccioli arrivando alla fine per depositare, sempre in silenzio, i libri contabili in tribunale, perché non c’è altra via d’uscita.
Ringrazio Elena, Nicolò, Maurizio e tutte le persone che si sono fatte avanti raccontando la propria esperienza ed esprimendo il proprio pensiero.
La  prossima volta saremo più numerosi, tutti in strada per rivendicare un sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione: il diritto di lavorare; il lamento passivo sui social lasciamolo agli altri.”
Desideria Raggi