I comitati Bassa Italia, Borgo 2, Borgotto e via della Valle, Marzeno e Orto Bertoni, in rappresentanza dei faentini alluvionati a maggio scorso, hanno inviato una lettera pubblica per denunciare le difficoltà che ancora impediscono di caricare sulla piattaforma Sfinge le domande di rimborso, come chiesto dalla struttura commissariale. Difficoltà che persistono, e in alcuni casi sono persino aumentate, nonostante l’apertura degli sportelli ideati per offrire consulenze a residenti e periti nella presentazione dei documenti:

 

“I Comitati dei Cittadini Alluvionati hanno partecipato a vari incontri con la Struttura Commissariale, dimostratasi sempre disponibile a rispondere alle tante domande poste dai cittadini delle varie città colpite da questo disastro.

Ogni volta la Struttura Commissariale ha introdotto l’incontro chiedendo ai cittadini di presentare le domande di ristoro sulla piattaforma Sfinge, dichiarando che le risorse economiche erano nella disponibilità della struttura e che questa era pronta ad erogare i ristori.

Il disastro dell’alluvione era sotto gli occhi di tutti e la stessa Struttura, nelle persone che la rappresentavano, aveva avuto modo di verificare ed accertare la situazione delle città e dei quartieri colpiti, entrando anche nelle case alluvionate.

Come mai allora le richieste di ristoro non arrivavano?

Questa è la domanda che noi Comitati ci siamo sentiti porre sempre: perché non presentate la domanda di ristoro?

La nostra risposta è sempre stata la stessa, ed è a tutt’oggi la stessa. Anche superando le difficoltà di compilazione della domanda, i soggetti preposti alla fase istruttoria della domanda stanno vessando i cittadini chiedendo loro di produrre una mole di documentazione che, a turno, si presenta:

– di difficile reperimento;

– non indicata in ordinanza;

– di non chiara individuazione.

A titolo esemplificativo, in questi mesi ci siamo sentiti chiedere:

– di attivare procedure proprie di un cantiere edile anche nella casa in cui si abita dove devono essere effettuati, in tempi diversi, interventi propri dell’edilizia libera

– di verificare l’iscrizione delle imprese esecutrici dei lavori nella c.d. White list, poi considerata non necessaria se non negli specifici casi già previsti dalla legge.

Risposta ottenuta attraverso una FAQ, senza modifiche all’ordinanza;

– di stipulare contratti per iscritto con le imprese esecutrici dei lavori, non ritenendosi sufficiente la fattura e il pagamento della stessa (a voce ci è stato detto che poteva bastare l’accettazione di un preventivo);

– di comprovare i pagamenti attraverso un documento contabile specifico emesso dalla Banca (quale sarebbe?);

– di caricare su chiavetta USB i file delle fatture pagate in formato .xml con osservazioni, complessità e problemi ad oggi non chiariti

– di periziare i beni mobili, non oggetto di ristoro, senza capire come periziarli (prezzo di acquisto? valore di beni simili?).

Considerato poi che è stato chiarito da poco che il Contributo di Immediato Sostegno poteva essere utilizzato per acquistare quei beni mobili non oggetto di ristoro sulla base dell’ordinanza, parallelamente al mancato invio delle domande di ristoro abbiamo tardato a rendicontare il CIS, aspettando ulteriori necessari chiarimenti.

Il tutto senza considerare la richiesta di produrre idonea documentazione attestante la situazione precedente e successiva all’evento, come se di fronte ai 5/6 metri d’acqua i cittadini fossero stati tanto scaltri, preveggenti e malfidati da mettersi a fotografare la casa che velocemente stavano abbandonando con paura e con angoscia, perché si stava riempiendo d’acqua; o come se, immediatamente al loro ritorno nella propria abitazione devastata, la loro principale preoccupazione, prima di iniziare a spalare fango e acqua, avesse dovuto essere quella di fotografare ciò che di essa era rimasto impastato dal fango e distrutto dalla furia dell’acqua.

Spesso le richieste ci sono arrivate da Invitalia, soggetto che gestisce la seconda fase dell’istruttoria sulle domande di ristoro, frequentemente contraddetta a voce dalla struttura commissariale, che cercava di mediare nelle richieste per semplificare la vita a noi cittadini. Nessuna modifica è stata apportata alle ordinanze 11 e 14 in termini di semplificazione o risposta alle problematiche sollevate, al massimo abbiamo ottenuto delle FAQ (la cui valenza giuridica dobbiamo ancora verificare) o risposte a voce. Più volte abbiamo chiesto e mai abbiamo ottenuto che il “rigetto” delle domande e dei conseguenti ristori, salvo i casi di illegittimità, venisse formalmente escluso da tutti gli articoli delle Ordinanze nelle quali, viceversa, permane tuttora come minaccia ricorrente.

Ovviamente il rischio del rigetto delle pratiche senza possibilità di recupero (e conseguente perdita del finanziamento e pagamento degli interessi maturati), contribuisce ad alimentare i timori di chi è responsabile della compilazione e della sottoscrizione delle perizie asseverate.

Ringraziamo certamente per le risposte ottenute dalla Struttura Commissariale, così come la ringraziamo per la disponibilità dimostrata ad incontrarci sul territorio, ma non possiamo non evidenziare che a dieci mesi dal disastro non un euro è arrivato nelle tasche dei cittadini ed anche a breve non ne arriverà, visto che la stessa Struttura ha dichiarato che praticamente nessuna pratica è ancora arrivata a compimento in modo positivo. Intuimmo fin dall’inizio che per noi non sarebbe stato facile ottenere indennizzi. Una Regione di sinistra e un governo di destra dovevano mettersi d’accordo, ma poi ci fu la dichiarazione del Capo di Governo: saranno rimborsati del 100%.

Capimmo ben presto che sarebbe stato il 100% sì, ma dei danni riconosciuti da loro e non di quelli subìti da noi. Poi qualcuno svelò, con una battuta poco divertente, il reale atteggiamento nei confronti degli alluvionati, dichiarando in una intervista che “il Governo non è un bancomat”! Beh, noi alluvionati invece siamo un ricco bancomat per il governo, cui a breve arriveranno le nostre tasse con le denunce dei redditi che presto dovremo presentare.

A fronte di una catastrofe epocale, che ha colpito un territorio che ha sempre contribuito in modo significativo alla crescita, anche economica, del Paese, si sta verificando quel paradosso che uno di noi, cittadino alluvionato, ha così efficacemente sintetizzato: di questo passo sarà la ricostruzione privata post catastrofe meno cara nella storia repubblicana, avvenuta con ZERO EURO da parte del Governo.”

– Comitato Bassa Italia

– Comitato Borgo 2

– Comitato Borgotto e Via della Valle

– Comitato Marzeno

– Comitato Orto Bertoni