«Aveva due occhi profondi e fiammeggianti, ombrati di malinconia, e una capigliatura folta che squassava nell’impeto di dirigere, pur mantenendo dignità di gesti». A prestar fede a una delle descrizioni più accreditate (quella di Carlo Gatti), la figura di Angelo Mariani ci appare di una modernità straordinaria. Del resto, fu lui, ravennate di nascita (era il 1821), il primo vero direttore d’orchestra in Italia, il primo a riunire in sé i ruoli di concertatore e di “guida”, a imprimere il proprio pensiero e il proprio sentire con un piglio e un dominio prima sconosciuti. È per tributare un omaggio alla sua memoria a 150 anni dalla morte che Ravenna Festival, in collaborazione con l’Associazione musicale “Angelo Mariani” di Ravenna, gli dedica il concerto di martedì 13 giugno, alle 21 al Teatro Alighieri. In palcoscenico l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala e i Solisti della stessa Accademia (i soprani Greta Doveri e Fan Zhou, il basso Livio Li Huanhong e il tenore Andrea Tanzillo). Voci e strumenti diretti dalle mani esperte di Donato Renzetti, che li guiderà attraverso un programma che ripercorre il “bipolarismo” che caratterizzò la carriera di Mariani, tutta spesa tra Giuseppe Verdi e Richard Wagner. L’appuntamento è possibile grazie al sostegno della Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna, Parfinco, Federcoop Romagna e Legacoop Romagna.

Ecco allora a incorniciare un’aria (“Tombe degli avi miei”) dallaLucia di Lammermoordi Donizetti e un terzetto (“Alerte, alerte, ou vous êtes perdus!”) dalFaustdi Gounod, una serie di pagine dalle opere verdiane che in alcuni casi proprio Mariani accompagnò al debutto o al successo – basti pensare all’Aroldoche diresse per la prima volta all’inaugurazione del Teatro Galli di Rimini e di cui viene interpretata l’Ouverture in apertura di concerto. Altre pagine verdiane proposte sono “O fatidica foresta” daGiovanna D’Arco, il preludio “Mentre gonfiarsi l’anima”daAttila, la lunga scena di Violetta “è strano!… Sempre libera” dallaTraviata, nonché il Preludio e i Ballabili dal III atto delDon Carlos. Di Wagner sono incluse due delle più emblematiche pagine “avanti opera”, ovvero il Preludioiniziale delLohengrine l’Ouverture daTannhäuser. Partiture scelte proprio perché testimoniano del ruolo importantissimo che Mariani ebbe nella conoscenza e diffusione dell’opera del tedesco nel nostro paese: fu lui, infatti, a dirigere, nel 1871 e nel 1872, la prima italiana di entrambi i titoli, in quello che nel panorama italiano sarebbe diventato il teatro “wagneriano” per eccellenza, il Comunale di Bologna.

Wagner apprezzò moltissimo il Lohengrindi Mariani; al contrario di Verdi, che vi aveva assistito rintanato in un palco. Forse fu proprio questo il motivo ultimo della “rottura” tra i due: dopo una collaborazione e un’amicizia durata anni, le strade di Verdi e di Mariani si dividono per sempre. Probabilmente non fu l’unica causa: questioni sentimentali già ne avevano incrinato il rapporto, ovvero il supposto interesse del grande compositore per Teresa Stolz, la cantante protagonista del successo di tanti suoi ruoli, ufficialmente legata al direttore, sua promessa sposa. E forse Verdi non mandava giù neppure la libertà e l’autonomia che Mariani esercitava nell’interpretazione della partitura e, quando si trattava di opera, non solo, ché si permetteva di metter parola anche sulla scena. Con una determinazione che non lo abbandonò mai: diresse fino alla fine, fino a quando un male incurabile lo portò alla morte, a Genova, nel giugno del 1873. Appunto 150 anni fa.