Venerdì 28 luglio al Teatro Rasi, dalle ore 19:00, andrà in scena l’azione performativa dal titolo Congegno Emotivo, con testi di Zoe Francia Lamattina.

Lo spettacolo coinvolge un gruppo di giovani performer – Michelangela Zannoni, Shakira Canu, Bianca Casadio, Giulia Casadio, Cesare Ricci, Zoe Francia Lamattina, Mariasole Corato, Pietro Spizuoco, Chiara Zoffoli, Gina Fiorini, Anita Fiorini, Ippolita Santandrea, Giulio Mano, Sara Zannoni – e i partecipanti al laboratorio Device, organizzato da Monica Francia e gruppo Y.

“L’azione – scrive gruppo Y – è un contenitore ingegnoso, un espediente ben orchestrato, che coinvolge il pubblico in uno spazio-tempo limitato di relazione con le/i performer. Il pubblico è accompagnato nel giardino. Sul suolo sono tracciate alcune forme geometriche, all’interno delle quali sono invitati a posizionarsi gli spettatori. Le linee sul suolo delimitano una temporanea distinzione tra spazi interni ed esterni. Chi abita quelli esterni (le/i performer) ha una protesi-specchio che usa per aprire trasmissioni con chi abita in quelli interni (il pubblico). Le/gli abitanti degli spazi esterni scelgono un corpo con cui indagare e si avvicinano senza varcare il limite tra il fuori e il dentro. Lo specchio è un corpo di mezzo, uno strumento su cui lo sguardo si infrange per incontrarne un altro. Lo specchio ha un uso differente da quello comune: non è strumento di riflessione e riproduzione, ma di distorsione, alterazione e relazione. È un gancio che tiene insieme due corpi e li fa muovere in una modalità non speculare, non coincidente. È il punto di contatto che permette di stare insieme e muoversi autonomamente. Lo specchio attiva una conversazione vibratoria di microscopiche coreografie che non combaciano, di battiti di ciglia, piegamenti di ginocchia, giri, passi, tremiti. Una comunicazione a distanza in cui si perde il senso di chi guida, di chi segue, di chi muove, di chi è mosso, di chi guarda e di chi è guardato. La comunicazione si interrompe quando le/i performer chiudono lo specchio e si allontanano nello spazio esterno, per aprire altre conversazioni”.