Il leghista mette in guardia sui rischi per la filiera zootecnica dall’insufficiente importazione di mais per la produzione dei mangimi. 

“Quali iniziative intende attivare la Giunta per evitare il collasso della filiera zootecnica regionale dovuto all’insufficienza delle importazioni di mais per la produzione interna di mangimi per gli animali da allevamento?”.

A chiederlo, in un’interrogazione a risposta immediata firmata anche dal collega di Gruppo Fabio Rainieri, è Fabio Bergamini (Lega), il quale sottolinea come la guerra in corso tra Russia e Ucraina metta “a forte rischio l’approvvigionamento di materie prime agricole”. In particolare, desta particolare preoccupazione il blocco dell’importazione di mais dai principali paesi fornitori del mercato italiano che sono appunto l’Ucraina e la Russia.

Il consigliere ferrarese, poi, cita le fosche stime delle associazioni agricole, che stimano un esaurimento delle scorte tra non più di 20 giorni “con conseguente interruzione della produzione italiana interna di mangimi che comporterà il blocco quasi totale delle forniture nutrizionali agli allevamenti e l’inevitabile necessità della riduzione dei capi allevati attraverso massicci abbattimenti di animali”.

In fase di replica, l’Assessore all’agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca Alessio Mammi ha chiarito che “attualmente Ucraina e Ungheria rappresentano le principali fonti di approvvigionamento di cereali per la zootecnia italiana. Per fare fronte all’emergenza, nel breve periodo si sta cercando di bilanciare l’importazione dai paesi dell’Est Europa aumentando i quantitativi provenienti da altri paesi europei.” Al di là della fase emergenziale di cogente attualità, per Mammi, comunque la strada maestra è una sola: “aumentare la produzione nazionale di cereali sia per la zootecnia che per l’alimentazione umana”. Sulla base di questa considerazione, l’Assessore all’agricoltura ha ricordato la disponibilità della Commissione Europea ad aumentare le superfici destinate alla coltivazione (solo in ER si parla di 18 mila ettari in più) a cui si dovrebbe accompagnare un contributo straordinario che il Governo dovrebbe riconoscere alle colture di cui abbisogniamo maggiormente.

Bergamini si è detto soddisfatto per gli incentivi richiesti e ha chiesto che in Conferenza Stato Regioni “il Presidente Bonaccini faccia valere il peso della filiera agroalimentare emiliano-romagnola”.