Riconoscere il talento è tutto: Anne-Sophie Mutter aveva tredici anni quando Herbert von Karajan la invitò a suonare coi Berliner Philharmoniker. Ecco perché la violinista tedesca, depositaria di una tradizione che guarda costantemente al futuro, ha creato una Fondazione dedita a sostenere giovani musicisti. Giovedì 22 giugno, alle 21 al Pala De André, Anne-Sophie Mutter guida i Mutter’s Virtuosi, l’ensemble d’archi nato in seno alla sua Fondazione, in un concerto-dono che Ravenna Festival apre al pubblico. Di fronte ai drammatici eventi che hanno colpito la Romagna a maggio, gli artisti hanno infatti rinunciato al compenso, con una donazione alla Scuola comunale di musica “Giuseppe Sarti” di Faenza e un invito a tutti, a partire da coloro che sono stati in prima linea per l’emergenza, a partecipare a una serata di musica e generosità. Il programma si apre con il solo concerto di Vivaldi per tre violini su posizioni di pari importanza, continua con Bach (Concerto Brandeburghese n. 3 e Concerto per violino BWV 1041) per arrivare a Joseph Bologne, che alla corte di Luigi XVI fu tra i primi compositori di origine africana a essere apprezzato in ambito musicale europeo. In prima italiana il Nonetto di André Previn, che alla fama di direttore d’orchestra ha unito quella di compositore, vincendo quattro volte il premio Oscar per la miglior colonna sonora. L’appuntamento è possibile grazie al sostegno dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro settentrionale e di Ravenna Civitas Cruise Port.

Ravenna è la sola tappa italiana della tournée di Anne-Sophie Mutter che, dalle Americhe all’Islanda, intreccia virtuosismo, visionarietà musicale e quella passione per le nuove generazioni che i Mutter’s Virtuosi rappresentano. Per il suo ritorno al Festival, la violinista percorre tre strade parallele, scegliendo per destinazione musicale Germania, Francia e Italia, ovvero gli orizzonti in cui il Barocco ha trovato le sue forme più compiute. La via tedesca porta a J. S. Bach, di cui si ascolteranno due capolavori come il Concerto per violino e orchestra BWV 1041 e il Terzo Concerto Brandeburghese, pietra miliare della cultura musicale tedesca. L’Italia irrompe con l’esuberanza virtuosistica del Concerto in fa maggiore per tre violini, archi e basso continuo RV 551 di Vivaldi, scritto attorno al 1720 con una tecnica al cubo, al servizio di tre solisti trattati come prime parti.

Meno nota la vicenda di Joseph Bologne, Chevalier de Saint-Georges, creolo di Guadalupa nato da una relazione tra un nobile attivo nelle colonie francesi e una schiava senegalese. Portato in Francia dal padre e cresciuto come un membro dell’aristocrazia, ricoprì incarichi di responsabilità nella vita musicale parigina, senza tuttavia raggiungere ruoli apicali a causa delle sue origini. La sua brillante tecnica violinistica e la sua vena melodica, però, gli fecero guadagnare paragoni importanti, addirittura con il coevo Mozart. André Previn (1929-2019) è stato invece uno dei musicisti più completi del Novecento: direttore d’orchestra di fama mondiale, pianista, compositore. Il suo Nonetto, venato dall’influenza di Šostakovič, è stato scritto espressamente per Anne-Sophie Mutter e i suoi Virtuosi: si presenta come un doppio quartetto per archi con l’aggiunta di un contrabbasso che funge da interlocutore con i due gruppi solistici.

The Anne-Sophie Mutter Foundation ha sede a Monaco dal 2008; già nel 1997 la violinista aveva fondato la “Freundeskreis der Anne-Sophie Mutter Stiftung e.V.” (Amici della Fondazione Anne-Sophie Mutter). Obiettivo della Fondazione è sostenere giovani violinisti, violisti, violoncellisti e contrabbassisti solisti di grande talento provenienti da tutto il mondo. Da anni, Anne-Sophie Mutter si esibisce con studenti destinatari delle borse di studio assegnate dalla sua Fondazione, per aiutarli a familiarizzare con la vita da musicisti professionisti e presentarli al più vasto pubblico.