“Nel giro di un anno dalla primavera 2022, entro la città di Ravenna, tra lo scalo merci ferroviario e la parte urbana di via Baiona, 259.000 metri quadrati di ex campi agricoli sono stati sommersi da montagne di fanghi portuali, diventandone il “deposito definitivo”. Battagliammo a lungo tra novembre e dicembre per far cessare il fenomeno dei mezzi pesanti che, nel tratto stradale di ingresso/uscita del cantiere, posto tra il distributore Ego e il Fosso Fagiolo, emettevano polveri insane e mollavano scie di detriti scivolosi sulla carreggiata, perfino inscurendone il colore, con grave pericolo per il traffico motoristico e ciclistico e  sporcando i pedoni e i ragazzi in attesa del bus per andare a scuola.

L’ANGOSCIA DEI CITTADINI

Nello scorso fine settimana, Lista per Ravenna ha ricevuto messaggi angosciati da via Trieste, con foto e video descrittivi, sintetizzabili così: “Come prevedibile, all’interno dell’area di stoccaggio dei fanghi portuali posti a fianco della società Rosetti Marino e di fronte alla F.lli Righini, da alcune settimane sono riprese le attività mediante l’uso di ruspe, scavatrici e camion. Tutte queste macchine operatrici stanno scavando tutta il materiale depositato, creando cumuli, probabilmente per farne asciugare gli strati inferiori. Oltretutto, i camion entrano a velocità sostenuta per caricare o scaricare, formando nuvole di polvere in tutta la zona. Un paio di persone che lavorano in attività circostanti stanno accusando disturbi alle vie respiratorie ed altre manifestano fastidi ed irritazione agli occhi e alla gola. Un medico aziendale competente ha contattato ARPAE (agenzia regionale per l’Ambiente), per segnalare la problematica, ma gli è stato risposto che non è di loro competenza e di rivolgersi all’Igiene pubblica. A noi sembra strano che attività cosi impattanti per l’ambiente non vengano assolutamente monitorate, mentre si dovrebbero dare risposte precise dopo aver analizzato la qualità dell’aria. Confidiamo nel supporto del vostro gruppo consigliare per aprire gli occhi a chi si gira volutamente dall’altra parte e riteniamo una scelta irresponsabile aver autorizzato tutti quei depositi a ridosso di quartiere e zona densamente abitate”, valutazione questa che noi avevamo espresso già sull’analogo abbruttimento dei campi di via Baiona.

Avendo chiesto foto del cartello di cantiere, ci è stato risposto: “Come vede, non ci sono cartelli di cantiere, ma solo cartelli di prescrizione per le protezioni individuali. Inoltre, hanno posizionato, in zona ingresso dei mezzi di trasporto, dei pannelli in cemento per non fare vedere da via Trieste le attività di movimento terre continuo, aggravato dal transito dei camion che, dopo lo scarico; attraversano tutta l’area uscendo dalla parte opposta a via Trieste. Praticamente gli unici cartelli esposti sono quelli in uso in periodo covid, come se invece respirare le polveri di quei fanghi essiccati fosse salutare”.

INTERVENGA IL SINDACO

Secondo il Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), i sindaci sono organi responsabili dell’amministrazione del proprio Comune e sovrintendono al funzionamento dei servizi e degli uffici e all’esecuzione degli atti. Rivolgo dunque al sindaco di Ravenna, anche ai sensi dell’art. 10 bis della legge 241 del 1990, la presente interrogazione, per chiedergli se intende disporre, attraverso i competenti uffici comunali, , anche esercitando il suo potere di adozione delle ordinanze contingibili ed urgenti in materia di igiene pubblica locale, quanto necessario affinché i fatti di cui sopra siano dovutamente accertati ed eventualmente sanzionati, ponendo termine tempestivamente ai disagi che ne derivano all’ambiente e alla cittadinanza. Eventualmente, essendo anche presidente della Provincia di Ravenna, può autorevolmente interloquire con ARPAE riguardo agli aspetti ambientali. Altrettanto nei confronti del servizio di Igiene pubblica essendo presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria dell’AUSL Romagna.

Trasmetto comunque la presente al comandante della Polizia Locale, ponendo alla sua attenzione quanto, tra l’altro, dettato dalle norme seguenti:

TESTO UNICO DELL’EDILIZIA“Gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, ove nei luoghi in cui vengono realizzate le opere non sia esibito il permesso di costruire, ovvero non sia apposto il prescritto cartello, ovvero in tutti gli altri casi di presunta violazione urbanistico-edilizia, ne danno immediata comunicazione all’autorità giudiziaria, al competente organo regionale e al dirigente del competente ufficio comunale, il quale verifica entro trenta giorni la regolarità delle opere e dispone gli atti conseguenti” (art. 27, comma 4)

REGOLAMENTO COMUNALE DI POLIZIA URBANA“Fatte salve le norme del codice penale ovvero previste da leggi e regolamenti in materia, è vietato, nell’esercizio di qualsiasi attività, produrre esalazioni moleste verso luoghi pubblici o privati” (art. 10).”

Alvaro Ancisi

(capogruppo di Lista per Ravenna)