“Logico constatare e apprezzare come a Pasqua un mare di turisti abbia affollato (speriamo non mordi e fuggi) Ravenna. Una media città di provincia, nella quale si concentrano tuttavia 8 monumenti Unesco patrimonio dell’Umanità, la tomba di Dante, archeologia e musei, 35 chilometri di larghe spiagge, pinete storiche, valli eccezionali, ambienti naturali protetti e biodiversità a non finire, ecc., non dovrebbe però trascurare di riflettere sulle debolezze croniche del proprio sistema turistico, carente e inadeguato, nel complesso, a rappresentare le risorse attrattive straordinarie e spesso uniche di cui la sua comunità meriterebbe di beneficiare non poco.

In questo giorno di Pasqua, è stato pubblicato il rapporto di Preply, celebre piattaforma per l’apprendimento delle lingue straniere, da cui si evince la classifica delle 10 città italiane più apprezzate dai propri visitatori, non per il numero di recensioni ottenute da ciascuna, bensì per dedurne l’indice di gradimento attraverso la percentuale di quelle positive. Il dato non è trascurabile, perché il passaparola di chi visita una città rappresenta un fattore attrattivo per altri suoi potenziali turisti. In questa classifica, Ravenna non esiste. Insieme alle più classiche città turistiche (nell’ordine di gradimento, Napoli, Firenze, Roma e Venezia) e alle altre grandi città ricche di tradizione e di potenza economica (Torino e Milano), figurano però, al primo e secondo posto, Matera (che non a caso ci batté sonoramente anche come capitale europea della Cultura nel 2021) ed Olbia, e perfino, al settimo posto, Bologna. Se fossi il sindaco, chiederei a Preply, oltre alla posizione di Ravenna sotto le top 10, di conoscere la percentuale di non gradimento espressa dai suoi visitatori e possibilmente le loro motivazioni, per cercare di  porvi rimedio.

Ci può consolare la quantità dei turisti che si fermano almeno una notte a Ravenna? Buio forse più pesto. Nella classifica delle prime 25 città per numero di presenze annuali, secondo l’ultimo rilevamento ufficiale dell’ISTAT (istituto nazionale di statistica) non condizionato dalla pandemia, Ravenna è collocata al 18° posto, preceduta, stranamente ma non troppo, nell’ordine, da Cavallino-Treporti, San Michele al Tagliamento, Jesolo, Caorle, Lazise, Lignano Sabbiadoro e, in Emilia-Romagna, Rimini (5.a), che fa storia a sé in campo internazionale, Riccione (11.a), Cervia (15.a), Cesenatico (16.a), Bologna (17.a). La seguono a brevissima distanza Bellaria (22.a) e perfino Comacchio (24.a).

Questo per dire che una rondine non fa una stagione turistica, che gli specchietti non attirano più di tanto i turisti, ma soprattutto che dobbiamo preoccuparci di cambiar passo, piuttosto che crogiolarci al sole di pretesi successi autocelebrati”