La notizia della settimana è che, con dispiego di autocarri, gru e lampi di foto celebrative, sono state posate, per complessivi 120 metri, le tre campate del nuovo ponte Grattacoppa sul fiume Lamone. La consegna dei lavori alla RCB (Rete Costruttori Bologna) avvenne nel lontano 12 febbraio 2020, mentre la loro fine era stata fissata nel giorno 26 febbraio 2022. Si è comunque esultato perché “l’apertura al traffico del nuovo ponte è prevista per la primavera”.

UNA STORIA DECENNALE

La storia in questione, stigmatizzata passo per passo da Lista per Ravenna, cominciò però nel 2011, quando un’indagine tecnica specializzata stabilì che, tra i 48 ponti del Comune di Ravenna a rischio di collasso, quello peggiore era proprio il Grattacoppa, gravato com’era da dieci distacchi e corrosività, e perciò da chiudere entro il 15 marzo 2018. L’ostacolo fu superato con furbizia imponendo il divieto di transito ai veicoli con più di 20 tonnellate di peso, che nessuno ha mai rispettato. Nel 2015, il Comune aveva però approvato un progetto da 1,7 milioni per il restauro del vecchio ponte, accorgendosi però solo dopo che gli mancava il progetto originale, chissà dove sparito. Non potendosi dunque sapere cosa ci fosse sotto l’impalcato, il progetto fu cestinato, coi soldi che era costato. Si ripartì nel 2018 con il progetto, quello tuttora in corso, di demolizione e ricostruzione del ponte, 2,8 milioni di costo e annunciato inizio dei lavori nel settembre 2019.

IMPROBABILE EPILOGO IN PRIMAVERA

Che il ponte Grattacoppa sia aperto al traffico entro primavera è però poco o niente credibile. Il 23 febbraio scorso, il Comune si è finalmente deciso a prorogare la fine dei lavori, ancora ferma al 26 febbraio stesso, di 90 giorni, cioè fino al 27 maggio. Poi si dovrà però fare il collaudo, e  non certo in pochi giorni, dovendo esso verificare ed attestare con grande scrupolo la rispondenza tecnica ed economica delle opere eseguite da RCB rispetto agli obblighi di contratto. Ma soprattutto sarà difficile che l’impresa possa rispettare questa data. Lo lasciano intuire le riserve che ha messo a verbale il 1° febbraio scorso – di cui mi è stata negata la conoscenza, nonostante abbia il diritto di ottenerne copia quale consigliere comunale – e soprattutto la materia del contendere risalente al 10 settembre 2021, quando RCB avanzò una richiesta di proroga  all’ultimazione dei lavori, concessa, ma probabilmente insufficiente, solo tre giorni prima della scadenza.

Causa della richiesta era “l’esecuzione di opere relative ai rilevati stradali ed alla variante sulle terre armate”, per le quali il Comune stesso aveva espresso la necessità di modificare quanto previsto nel progetto a base di gara, con la conseguente redazione di nuovi elaborati e nuovi prezzi, quindi di una Variante in corso d’opera. Tutto ciò è stato consegnato all’impresa con gravi ritardi, comunque non prima comunque di fine dicembre. Le nuove lavorazioni consistevano nella costruzione di una struttura in terra rinforzata con gabbioni, lunga circa 70 metri, sul lato Torri, e di un parametro in terra rinforzata rinverdita di circa 135 metri, sul lato Grattacoppa. Eseguendo la bonifica da ordigni bellici ci si era infatti accorti che l’opera progettata conteneva delle difformità rispetto alle planimetrie catastali, tali che le aree di intervento ricadevano impropriamente nelle adiacenti proprietà private sui lati sia di Torri che di Grattacoppa.

CHIARIRE IL MISTERO

Basteranno ora 90 giorni in più concessi all’ultimo momento per finire almeno i lavori, in attesa del collaudo? La suddetta richiesta di proroga fatta da RCB il 21 settembre 2021, unita alla sua riserva n. 5, del 17 dicembre, le sole che conosco, ne fanno dubitare. Decisive per capirci qualcosa sono le riserve del 1° febbraio 2022, come forse altre successive. Affinché la moltitudine di cittadini in angosciosa attesa  che il ponte rientri in servizio non venga ulteriormente presa in giro con spettacoli illusori di una sua sempre imminente riapertura, è necessario conoscere quali siano le contestazioni esposte per iscritto dalla ditta costruttrice il 1° febbraio 2022 ed eventualmente oltre, riguardo ai tempi di ultimazione dei lavori.

Chiedo dunque al sindaco se, rispondendo a questa interrogazione, intende darne lettura, almeno sintetica e sostanziale, in Consiglio comunale.